sabato 28 novembre 2015

Il Verbale

Dopo il consiglio, si sa, c'è sempre un verbale.
LaNuova mi ha affidato il coordinamento di SecondaInside.
Secondo me Principessa-Limone non è contenta. No, sarà un'impressione, ma per tutto il consiglio ha continuato a dire cose tipo
Chi farà il verbale dovrà mettere in evidenza questo-e-quello
La collega che ha ricevuto l'incarico dovrà dire quello-e-questo 
Questo senza mai usare il mio nome e senza mai rivolgersi a me direttamente.
Chi-farà-il-verbale l'ha lasciata parlare senza fare un plissé.
Poi è arrivata la mail.
Principessa-Limone è una mailomane: subissa tutto il mondo di e-mail con ordini istruzioni dettagliate su ogni cosa, che a quanto pare vengono regolarmente derubricate a JUNK.
In questa mail scriveva (tra le altre cose)
Ricordo ad Aliceland che va aggiunto nell'ultima colonna il motivo della rinuncia degli studenti affinché la preside abbia chiara la situazione
Persino nella mail indirizzata a me usa la terza persona...

Io insegno da quindici anni (esattamente come lei) e faccio la coordinatrice da sempre. Non mi è mai capitato che un collega si permettesse di dire come fare il verbale a chiunque. Di contro, nessuno si è mai permesso di dire a un collega cosa mettere in evidenza o come doveva impostare il verbale a priori.
Semplicemente si parla e tendenzialmente si fa affidamento sul fatto che il segretario riporterà quello che è stato detto di rilevante durante la riunione. E in genere si è grati di non essere coloro che hanno questo barboso compito.
Al limite, alla riunione successiva, se manca qualcosa si chiede di inserirla, perché qualcosa può sempre sfuggire, anche se di sicuro non si pensa che il segretario l'abbia fatto per fare un dispetto a qualcuno, no?

Ma questo non basta: addirittura fornire un modello da compilare e imporre di usare le parole che ha usato lei nel suo verbale...seriously?

Si dà il caso che LaNuova abbia fornito un modello di verbale (dove non c'era certamente la compilazione guidata dei punti dell'o.d.g.), e si dà il caso che LaNuova sia la Preside.
E allora?
Allora ho usato il modello de LaNuova infischiandomene allegramente delle tabelle excel e modelli predisposti da Principessa-Limone.
Spedisco il tutto a LaNuova con copia conoscenza ai colleghi e tempo 24 ore ricevo un'altra mail della mailomane
Cara Aliceland, mancano diverse informazioni al verbale che hai preparato, alcune essenziali. Come ti avevo già scritto la parte relativa a ... andava formulata secondo il modello del verbale che ti avevo mandato la settimana scorsa
Già alla prima parola mi è andata di traverso l'olivetta del martini.
Cara?
Facciamo dell'ironia?
Il "come ti avevo già scritto", la variante di come ti ho già detto tante volte.
"Andava formulata secondo il modello che ti avevo mandato", rivela l'ego smisurato di questa malata di mente.

one week later

LaNuova mi dice "ho visto il carteggio sul verbale"... perché tutto ciò è stato inoltrato a tutti (non so se consapevolmente da parte di Principessa-Limone perché è alquanto sfigata con le cosiddette nuove tecnologie) ... LaNuova molto diplomaticamente mi dà un suggerimento, io faccio la modifica - che non è affatto quello che chiede Principessa-Limone - e rimando il tutto corretto solo a LaNuova... e che cazz!!!!

lunedì 23 novembre 2015

Lunedì film: Anime Nere

Partecipo per la prima volta al lunedì film, e lo faccio con questo Anime Nere.
Non è un genere che io avrei mai scelto di vedere volontariamente, e se fossi stata a casa col telecomando in mano avrei cambiato canale...ma mi è capitato di vederlo ad un cineforum, dove non potevo cambiare e non ho ritenuto opportuno uscire, quindi me lo sono visto tutto fino alla fine.
Non è proprio una presentazione accattivante la mia, ne sono consapevole, ma ho deciso comunque di parlarne perché mi ha fatto riflettere.
L'argomento è la ndrangheta, e i protagonisti sono una famiglia composta da tre fratelli: il maggiore, Luciano, che vive in Calabria, Rocco vive a Milano e rappresenta il "braccio pulito" della famiglia, Luigi si occupa di spaccio a livello internazionale. Auto di lusso, bella vita e una totale mancanza di regole.
Il figlio del fratello maggiore, Leo, prende come modello ed esempio lo zio Luigi, fare il pastore è troppo faticoso, ed inizierà con un dispetto al clan rivale una spirale di violenza che farà finire il tutto molto male.
I personaggi parlano in calabrese e tutto il film è sottotitolato (per fortuna).
Non si riesce, o meglio, io non sono riuscita ad identificarmi con nessuno dei protagonisti, e questo perché la mentalità che sta dietro a queste azioni mi è completamente estranea e sconosciuta.
L'unico personaggio col quale è possibile identificarsi è la moglie di Rocco, una milanese, che anche lei non capisce. Tuttavia sa benissimo chi è suo marito e che la sua casa di lusso è frutto di denaro sporco.
Le altre donne di famiglia non tollerano la moglie di Rocco, ma il loro ruolo è totalmente ininfluente.
Anche la legge, o lo stato, è totalmente assente, si vedono dei carabinieri ma hanno un ruolo marginale, sono addirittura sfuocati. Non è certo a loro che si rivolgono i normali cittadini se hanno bisogno di aiuto, ma vanno invece da chi ritengono che possa garantire loro più protezione.
Forse in questo film manca un elemento essenziale, manca la controparte, non c'è una contrapposizione bene-male e quindi non si può tifare...manca la speranza. Che sia stato proprio questo l'intento dell'autore?

mercoledì 18 novembre 2015

Consiglio di classe

Incardinato tra un corso di aggiornamento (dalle 10 alle 13) e le lezioni serali (dalle 16.30 alle 20.30) si è svolto il consiglio di classe.
Lo yogurt più pacchetto di crackers più tre mandarini che mi ero portata per pranzo sono rimasti nell'armadietto perché arrivata all'una (e mezza) e con la prospettiva di dover lavorare fino alle 20.30, ho pensato bene di seguire i miei colleghi al self service per un piatto di pasta.
Principessa non c'era. Lei a mezzogiorno doveva andare Inside per una delle sue missioni misteriose, per fortuna.
Al rientro in sede Principessa ci attendeva per il consiglio.
Io, con i sensi attutiti dalla panza piena, ho partecipato poco pochissimo, anche perché non avevo nessuna voglia di interagire con Principessa-Limone, ma ho osservato e ascoltato. Come un drone spia, mi sono goduta lo spettacolo. Si è delineato così il nickname per il mio collega (che mi spingo a dichiarare l'unico normale), Giobbe, che con la sua proverbiale pazienza è riuscito a gestire il Limone che pilotava il consiglio di classe in maniera confusa, scriteriata e utile solo a lei.
Limone - dobbiamo parlare di questo, ma NON adesso perché io non ho assolutamente tempo perché ho lezione alle quattro e mezza e devo compilare i patti formativi di Inside*
Limone - Come ho già detto tante volte bisogna fare così, ma NON adesso perché alle quattro e mezza ho lezione...
Questo ripetuto talmente tante volte che se avesse usato quel tempo per parlare effettivamente di qualcosa avremmo avuto un normalissimo consiglio e avremmo esaurito tutti i punti all'o.d.g.
Giobbe, non potendo interagire, stava zitto.
Limone gli rimproverava di stare zitto.
Giobbe non l'ha neanche mandata a cagare.
Limone ha ascoltato la sua stessa voce per un'ora e mezza, e poi è andata a fare lezione. La sua lezione è finita ed è andata a casa.
Noi abbiamo proseguito il lavoro, e poi siamo andati a fare lezione.

Alle nove passate rientravo a casa, dopo un giro completo di orologio.
Calvin e Marito erano già a letto (giornata pesante anche per loro) e Charlie Brown era fuori. Cena, letto, e domani è un altro giorno.
I mandarini sono tornati assieme alla frutta, i crackers assieme ai crackers...e lo yogurt? Dopo un giorno intero fuori dal frigorifero, che si fa?

*vedi inserire nome cognome data di nascita di una ventina di alunni...roba da perderci la testa!

venerdì 13 novembre 2015

La simmetria dei desideri

Era da tempo che non trovavo un romanzo così: emozionante, triste e bellissimo.
Questo scrittore israeliano, Eshkal Nevo, racconta la storia di Yuval e dei suoi tre amici del cuore, e lo fa come se fosse un'autobiografia.
L'autobiografia è contenuta in una cornice, un prologo e un poscritto di Yoav, uno dei suoi amici. La cornice assolve ad un duplice compito: prima di tutto dirci com'è andata a finire, e poi dare quell'impressione di autenticità che ricorda tanto i primi romanzi inglesi del '700, dove gli autori si preoccupavano di dimostrare al lettore che la loro storia era assolutamente autentica, con tanto di documenti ufficiali - rigorosamente falsi - e asterischi al posto di luoghi o personaggi che non si volevano compromettere.
Nonostante Yoav - soprannominato Churchill - ci avverta nel prologo che alcuni fatti raccontati da Yuval sono inesatti e frutto di discutibili interpretazioni, è impossibile non simpatizzare con Yuval, appassionarsi alla sua storia e vivere i suoi sentimenti con partecipazione.
L'amicizia tra i quattro giovani è molto bella e profonda, di quelle che sopportano ogni avversità. Particolarmente credibili anche i ruoli dei quattro, perché in un gruppo ci sono delle dinamiche, e inevitabilmente per far sì che l'amicizia resista, ci sarà qualcuno che prevarica e qualcuno che subisce. Yuval subisce: è quello un po' meno bello, un po' più basso, un po' più timido. Ha un unico grande amore, talmente bello che non riesce a crederci...e infatti il suo amore lo lascerà.
Da quel momento Yuval non è più lo stesso. Tutte le donne che incontrerà saranno giudicate tramite confronto con Lei. Arriverà persino a pensare di avere una relazione con una donna perché ha lo stesso nome di Lei.
Anche i rapporti con i suoi amici subiranno un cambiamento, un'evoluzione. Ma comunque sorprende fino alla fine questo romanzo, dove viene svelata la motivazione di questa autobiografia, che la dice lunga sulla profondità dei sentimenti di Yuval per i suoi amici.
La parte autobiografica si conclude con un flashback particolarmente efficace che riguarda il loro primo incontro.
Non dico altro ma vi invito caldamente a leggere questo romanzo e vi sfido a mettere giù il libro prima di averlo finito :-)
...e preparate i fazzolettini se vi commuovete, come me!

domenica 8 novembre 2015

Montagna-che-cammina

è il nome "pellerossa" che mi è venuto in mente per un allievo di PrimoMattina.
La prima volta che si è presentato è arrivato nell'aula col fiato corto: le otto rampe di scale da fare a piedi per raggiungere la nostra scuoletta relegata al quarto piano l'hanno messo a dura prova. Perché montagna-che-cammina è 190 centimetri di altezza per 120 chili di peso per 16 anni di età.
Al primo colloquio racconta il suo percorso - a ostacoli - scolastico...ho fatto due volte la prima, due volte la seconda, sono stato bocciato in terza ed eccomi qui! Perché vede, prof., io non riesco a concentrarmi, non riesco a stare fermo...
Cosa ti piace fare montagna-che-cammina? 
Sono appassionato di softair...
Cos'è?
Me lo spiega, e io penso questo è tutto matto.
Poi comincia la scuola, montagna-che-cammina è sempre presente, e non passa inosservato. Fa tutto quello che non si può fare, tipo aprire le finestre con il foglio di carta "scocciato" con l'avviso NON APRIRE-PERICOLO!, fumare in bagno, usare il cellulare e mangiare in classe.
E' amico di tutti e si fa pure la ragazza il secondo giorno di scuola.
Svaligia regolarmente il distributore di merendine e tra una lezione e l'altra si sostenta a pacchetti di patatine (almeno due) e coca cola.
E' un vulcano in eruzione continua, anche se non ascolta risponde a tutte le domande della prof, mentre gli altri sono tutti concentrati e cercano furiosamente la soluzione di quello che appare loro un vero enigma. Ma non provate a metterlo davanti ad un foglio con un esercizio perché non riesce a capire cosa deve fare.
Montagna-che-cammina, quando non ci sta più dentro, chiede un time-out per fumare. E adesso che è stato redarguito per aver fumato in bagno si fa i quattro piani di scale.
Ovviamente si è fatto amico della bidella che gli manda giù l'ascensore in teoria proibitissimo per gli studenti.
Anche noi prof facciamo le scale a piedi.
E' già la terza volta che quando montagna-che-cammina mi chiede il time-out-siga io gli faccio notare che mancano solo 10 o 15 minuti alla fine della lezione e che non vale la pena farsi le scale un'altra volta. E lui "Ma davvero? Ma perché le ore di inglese passano così velocemente?"
Musica per le mie orecchie.
Quindi un giorno gli dico, ma dai montagna-che-cammina, lascia perdere le sigarette...e lui mi risponde "ma scusi prof, se non fumo e mi metto a dieta campo fino a cent'anni, ma triste. Invece così campo cinquant'anni ma felice!!
Ne riparliamo quando ne avrai quaranta montagna-che-cammina...
Ad ogni modo, nonostante le pessime premesse e le aspettative catastrofiche sulla gestione di questa mina vagante, devo dire che montagna-che-cammina è un tipo simpatico. Non so se riuscirò a cavare qualcosa da lui, ma sarà una bella sfida. Male che vada ci faremo una pizza (io margherita, lui patatosa), perché non sembra proprio il tipo da portare rancore!!!

venerdì 30 ottobre 2015

I colleghi: Principessa

Il primo giorno di servizio, quel famoso primo settembre al Collegio Docenti dove mi sentivo un'aliena, LaNuovaPreside conclude il collegio e lo riaggiorna a qualche giorno dopo. A seguire ci saranno le riunioni per materie. 
La collega seduta di fianco a me, anche lei primo giorno di servizio, anche lei disperata, mi chiede: "quanto ha detto che durerà il prossimo collegio?"
"un'ora" rispondo io.
Principessa, seduta due banchi dietro, si alza, viene da noi e ci sussurra: "tenete presente che l'orario del collegio docenti è indicativo, potrebbe durare anche di più" ...

*  *  *

Bisogna fare l'orario, ci troviamo per lavorarci. Io osservo che posso fare anche quattro ore Inside - mattino dalle 9 alle 12 tassative, pausa pranzo, pomeriggio - e Principessa mi dice: "sì, ma l'ora di pausa pranzo non la puoi calcolare nelle 18 ore" ...

*  *  *

Per me è la prima volta Inside, dico a Principessa che ci lavora da tre anni (anche se da come ne parla sembrano venti) che vorrei delle indicazioni, suggerimenti... un po' di Inside Etiquette, insomma.
Principessa con aria da una-che-la-sa-lunga dice che mi deve spiegare un sacco di cose...e non mi spiega una mazza fino alla sera prima del mio primo ingresso Inside, quando per telefono mi dà indicazioni sulla strada e mi dice: "non metterti minigonne o cose trasparenti" ...*

*  *  *

A metà settembre, ad un corso di aggiornamento, incontro per la prima volta l'insegnante che lavora - lei sì - da vent'anni Inside. Gentilissima, mi dà il suo numero di telefono e mi dice di chiamarla quando voglio fare un giro prima dell'inizio delle lezioni, per vedere com'è, capire un po' di cose.
Principessa mi blocca perché non è necessario che vada, tanto le iscrizioni le prende lei e andrei a fare niente ...

*  *  *

Questione orario(2): il nostro orario di servizio è spalmato dalle nove del mattino alle nove di sera. Io chiedo, nei limiti del possibile, di non farmi fare mattino e sera lo stesso giorno, in quanto troppo lontana da casa per fare il viaggio due volte. Gli altri colleghi concordano, anzi, se ne fa una regola per tutti. Chi fa il mattino/pomeriggio non fa la sera, chi fa pomeriggio/sera non fa il mattino. 
Principessa non era presente, perché Lei ha sempre qualcosa da fare Inside e regolarmente non viene in sede. Adesso che ho visto qualcosa Inside, penso sinceramente che semplicemente si imboschi.
Quando le riporto quello che avevamo detto, Lei dice che questo non è possibile per me (per Lei invece è possibile eccome), tanto Io posso tornare a casa, mentre Lei no, perché abita a 30 chilometri ed ha tre figli...le svelo che anch'io abito a 30 chilometri, ma forse avendo solo due figli li posso anche abbandonare. Principessa cade dal pero...ah, è una che ascolta eh?

*  *  *

Questione orario (3): evidentemente il secondo nome di Principessa è Cenerentola, perché non l'ho ancora vista fermarsi a scuola oltre le 18.00. Se c'è riunione fa quella che va anche se la riunione non è finita, e il suo orario di lezione non finisce mai oltre le 18.00 (due volte la settimana). Io invece, che ho tre corsi al mattino e due la sera mi faccio tre sere fino a tardi - compreso il venerdì.
Deve essere dura avere la macchina che si trasforma in zucca!

*  *  *

Questione orario (4): Principessa è convinta di poter disporre delle mie ore e della mia persona come crede meglio. Essendo gelosa come mamma orsa di Inside e credendosi insostituibile (quanto fanno pena quelli che si sentono insostituibili al lavoro), si permette di decidere chi fa cosa e quando.
Un giorno che io avrei dovuto fare due ore, una con PrimoInside e l'altra con SecondoInside, Principessa decide di farmeli trovare tutti assieme, perché tanto sono tutti a livello base. Questo è un refrain che - nonostante le lezioni siano cominciate da una sola settimana - puzza già di stantìo. Inutile spiegarle che non è così perché PrimoInside fa tre ore la settimana mentre SecondoInside ne fa quattro, e che tra pochissimo saranno già sfasati. Inutile anche precisare che SecondoInside ha elementi decisamente migliori e quello che faccio con loro in un'ora, in PrimoInside lo devo fare in due o tre.
Il motivo di questo accorpamento è che c'era riunione in sede (cosa che LaNuovaPreside non ha ritenuto abbastanza importante da farmi cambiare orario), e Principessa ha pensato che fosse più importante che partecipassi alla riunione, e naturalmente LaNuova non si era neanche accorta che fossi impegnata. Continua a sognare Principessa, che è anche un po' BellaAddormentata ...

*  *  *

Questione orario(5): un pomeriggio Principessa organizza un incontro con lo scrittore Inside, quindi mi chiede gentilmente comunica che avrei dovuto sostituirla al SecondoSera alle 17.30.
Casualmente sento che l'evento finisce alle 15.45. Allora le dico: "ma scusa, se finisce alle 15.45 puoi andare a fare lezione alle 17.30" (tempo di trasferimento 15 minuti)
Principessa diventa rossa come un peperone e dice che LEI deve intrattenersi con loro anche dopo, e che comunque non era quello il modo(?) e la sede(?) di dirlo.

*  *  *

Sempre più perplessa, e anche un po' incazzata, incasso. Purtroppo non sono una persona aggressiva, e questo mi fa arrabbiare perché ho la sensazione di non riuscire a difendermi.
Ma lasciamo stare.
Durante lo sfuriare della tempesta nella mia mente e nel mio corpo, incontro LaNuova. Beh, già che ci sono... le accenno vagamente a dei comportamenti un po' strani di Principessa...
Lei mi blocca subito e mi dice
"Haaaaa, siiiiiiii........non si preoccupi, Principessa dice anche a me quello che devo fare. Io la lascio parlare...poi ogni tanto la riporto all'ordine...ma comunque, Noi...la tolleriamo..."
Conclusione: LaNuova è il mio eroe, e dopo anni di Bugblatta son cose!!!!!

*Faccio notare al lettore che ci siamo viste quotidianamente per un mese almeno e ho messo la gonna - forse - due volte, ed era molto lontana dall'essere mini. Che io sia più tipo da anfibi che da tacco 12 è evidente dopo due giorni che mi si conosce.

lunedì 26 ottobre 2015

Le mie classi

Dopo il periodo di accoglienza, un limbo nel quale abbiamo sostanzialmente cercato di capire chi avevamo di fronte, con le loro esigenze, aspettative, capacità e, perché no, motivazione, siamo giunti alla formazione dei gruppi classe.
I criteri da prendere in considerazione erano vari. Prima di tutto quale corso è adatto?
Il Primo Periodo (licenza media) o Secondo Periodo (biennio superiori)? 
La risposta non è così scontata. Se per il ragazzo sedicenne italiano, reduce da una serie di fallimenti alla scuola diurna, la situazione è chiara, non lo è altrettanto per l'immigrato o il rifugiato che per età e per numero di anni di scolarizzazione nel paese l'origine potrebbe tranquillamente frequentare il Secondo Periodo. Capita infatti che frequenti il Primo perché deve acquisire una conoscenza minima della lingua italiana. Oppure, banalmente, per accedere ai corsi di formazione professionale per diventare OSA, cuoco, cameriere, parrucchiere o estetista, ha bisogno della licenza media.
Una volta stabilito quale vestito si adatta meglio, idealmente si dovrebbero fare dei gruppi di livello. Questo punto è sempre oggetto di interminabili discussioni perché a livello pratico è impossibile da attuare.
Il primo problema sono le risorse: gli insegnanti sono sempre quattro (due italiano, uno matematica, uno inglese) più qualche ora di tecnologia (non ancora nominato). A questo si aggiungono le esigenze di orario di frequenza dei corsisti. C'è chi lavora e non può frequentare prima delle sei di sera, e non è detto che tutti loro siano allo stesso livello nelle varie materie.
Quindi, i gruppi di livello continuano ad essere la chimera, e la dura realtà sono i gruppi classe poco omogenei.
Abbiamo quindi ben due gruppi di Primo Periodo, uno al mattino e uno la sera; uno di Secondo Periodo serale; poi ci sono le ClassiInside, che dobbiamo seguire "a domicilio" perché gli utenti, ehm, non possono uscire. E qui abbiamo un Primo Livello con pochi elementi e un più corposo Secondo Livello.
Ecco che si delinano i gruppi PrimoMattino, PrimoSera, PrimoInside, SecondoSera e SecondoInside, dei quali spero di riuscire a parlarvi prossimamente nel dettaglio.

sabato 24 ottobre 2015

Cent'anni a Nordest

L'anno scorso sono cominciate le celebrazioni per il centenario della Prima Guerra Mondiale (inizio). Anche la biblioteca locale ha organizzato un'iniziativa interessante: una serie di incontri con un esperto di storia contemporanea e un grandissimo professore di lettere in pensione, nonché scrittore e traduttore.
L'esperto di storia apriva le danze raccontando i fatti storici e il prof. leggeva, o meglio interpretava, brani tratti da opere letterarie sul tema o lettere dal fronte.
Esattamente come è successo a Murasaki, anch'io mi sono resa conto che nonostante il mio corso di studi regolare (elementari-medie-superiori) e anche un paio di esami di storia all'università, non ne sapevo granché.
Da qui la voglia di approfondire.
Quando ho sentito una trasmissione radiofonica che parlava di questo libro di Wu Ming 1, ho pensato che dovevo assolutamente leggerlo.
La prima cosa notevole è il fatto che l'opera di circa 200 pagine è accompagnata da circa 70 pagine di bibliografia e fonti (lo so che non siamo più abituati, adesso è l'epoca delle bufale su facebook che fanno il giro del mondo e creano movimenti e comitati...un sacco di gente che non ha niente da fare).
Le 200 pagine scorrono lisce e in un battibaleno si arriva alla fine. Però io che sono una lettrice troppo veloce, ho sentito la necessità di tornare indietro e rileggerlo. La densità degli argomenti e soprattutto i passaggi, le cause-effetto e i salti temporali per spiegare il presente attraverso gli avvenimenti del passato hanno richiesto una lettura più lenta ed attenta.
Senza entrare troppo nei particolari per non rovinare il piacere della lettura agli altri, si parla ovviamente di Nordest, ovvero Tre Venezie, ovvero Triveneto in quanto teatro della guerra di trincea, altrimenti definibile come macelleria messicana/dilettanti allo sbaraglio - riferito al governo italiano e ai generali - e scenario anche di liberazioni secondo alcuni, e annessioni e deportazioni secondo altri.
Aggiungiamo i qualunquismi, populismi e pressapochismi degli ultimi anni sulla lettura della storia e viene fuori il presente: il perché "in queste terre, ogni fenomeno sia estremo".
Mi interessa in particolare il fenomeno di rimozione di alcune vicende come la questione dei reduci e le esecuzioni sommarie per le cosiddette diserzioni. E penso che non sia affatto un caso che così tante persone anche di cultura medio-alta non sappia o non ricordi o non abbia ben presente. E allora andiamo a scavare, che magari sotto alla montagna di notizie farlocche - scie chimiche, immigrati che ci stanno invadendo e ci portano via il lavoro, la casa, i soldi e magari anche le donne, la teoria gender e le vaccinazioni killer - troviamo qualche storia vera sepolta. Sempre che non ci faccia più comodo non sapere. Eppure l'aveva ben detto lui, già nel 1922
Winter kept us warm, covering
Earth in forgetful snow, feeding
A little life with dried tubers. 
 
 
 

domenica 4 ottobre 2015

Il giorno prima del primo giorno di scuola

...che per me è come il giorno prima degli esami...

Dopo un mese di servizio che è servito a raccogliere iscrizioni, fare riunioni, fare i primi colloqui con gli iscritti, fare riunioni, spiegare ai corsisti cosa potevano fare e lo scenario delle loro possibilità alla fine del loro percorso e...fare riunioni...ci siamo!
Domani cominciano le lezioni.

Inizieremo con una prima fase che noi chiamiamo "accoglienza" e consiste nel cercare di capire e valorizzare le loro conoscenze e competenze per riconoscere eventualmente dei crediti, che si traducono in uno "sconto" sul monte ore. Perché c'è appunto questa possibilità nella mia scuola.
Faremo due gruppi perché da quest'anno ci sono ben due possibilità: le 400 ore, il classico, chiamato primo periodo del primo livello (ex licenza media), con tanto di esame finale e attestato; e poi le 800 ore (circa) chiamate secondo periodo del primo livello, che corrispondono al biennio* delle scuole superiori istituti tecnici e professionali. Detto così sembra un banale recupero anni, ma in realtà ci rivolgiamo ad una fascia di popolazione vittima della dispersione scolastica. Diciottenni che la scuola diurna non accetta più, adulti che per qualsiasi motivo vogliono o devono tornare sui banchi di scuola, stranieri che non hanno il titolo di studio o che ce l'hanno ma qui da noi non è riconosciuto.

Per non ridurre la fase di accoglienza ad una serie di test e per rendere il tutto più digeribile, anzi più appetibile (perché qui gli alunni si devono tenere da conto), mi sto alambiccando il cervello per trovare attività da fare e preparare lezioni accattivanti, utili alla conoscenza reciproca e tra gli iscritti, e anche utili ai miei scopi.
I miei colleghi sono tutti veterani e questa parte ce l'hanno abbastanza chiara, io invece elaboro, faccio, disfo, rifaccio e pondero.
Ieri seduta sul divano di casa, parte il sospiro - SIGH! -, Marito mi chiede perché sospiro e io spiego che sto pensando a cosa fare il primo giorno di scuola (e i seguenti).

Calvin: Beh, fagli un test d'ingresso così intanto vedi come sono messi.
Calvin professore! ;-)

*Qui lo chiamano monoennio, ma è una parola che io non riesco ad usare, mi sembra un ossimoro e poi proprio non mi piace

lunedì 14 settembre 2015

Anno zero

È il primo giorno di scuola, e mentre immagino le mie colleghe e colleghi alle prese con gli allievi - alcuni vecchi e alcuni nuovi - io sono a casa.
Ho svegliato Charlie Brown per fargli prendere il mezzo che lo avrebbe portato al primo giorno di Prima Liceo Classico; e un po' più tardi ho accompagnato Calvin a Scuolabella per il suo primo giorno di Prima media.
Poi sono tornata a casa a preparare il cibo per il pranzo e per la cena.
Qualcosa non quadra, vero?
Considerando che il lunedì non è il mio giorno libero ....e il mio primo giorno di scuola?!?
Non sarà oggi, perché quest'anno ho scelto una scuola un po' particolare, dalla quale credo e spero uscirò arricchita di esperienze e con una visione del mondo più allargata e completa.
In effetti è una scuola per adulti, dove le lezioni si svolgeranno prevalentemente di pomeriggio/sera. Adulti e ragazzi che vogliono prendere la licenza media che per una serie di casi della vita non l'hanno ottenuta all'età deputata.
Studenti lavoratori che ne hanno bisogno per fare un determinato lavoro e - stragrande maggioranza dei casi - elementi problematici che la scuola diurna ha rifiutato, stranieri, rifugiati, ospiti di comunità più o meno "libere".
Ecco, tutto questo giro di parole poteva essere detto con una sigla, ma io non la voglio usare....tanto si capisce lo stesso, vero?
Mi piacerebbe raccontare questo mio anno scolastico attraverso le storie, che saranno particolarissime, dei miei allievi. 
Oggi pomeriggio comincia la fase accoglienza con delle interviste a coloro che si sono iscritti, e intanto continuano le iscrizioni, che qui non si finiscono mai.
Per le lezioni vere e proprie, se ne parla ad ottobre.

domenica 13 settembre 2015

La saga più trendy

Dopo aver letto tutti e dodici i volumi del Trono di Spade posso azzardarmi a dire quello che penso.
Considerando il fatto che anni fa, in tempi non sospetti* ho avuto un primo approccio, e questo primo approccio è risultato fallimentare, partivo già un po' prevenuta. Ma non totalmente. Pensavo che meritasse un altro tentativo, tanto da aver investito buona parte dei mesi di luglio e agosto in questa impresa. 
Sono felice di esserci riuscita, ma il mio giudizio è ancora un "ni".
La scena copre diversi luoghi nello stesso arco temporale, quindi ogni capitolo è intitolato con il nome del personaggio di cui si racconta il punto di vista. La scelta è giusta, perché così si ha una visione su tutto quello che succede. Il problema è che alcuni personaggi e le loro vicende risultano estremamente noiosi. La mia impressione è che l'autore si dilunghi eccessivamente su particolari e luoghi che magari risulteranno fondamentali più avanti, ma questo "più avanti" non arriva mai. 
E qui si va al cuore del problema, secondo me. L'opera non è finita. Quindi non vengono tirate le fila e gli elementi rimangono così, un po' sospesi.
Questo è il tema più ricorrente tra le lamentele dei lettori: "Oh Martin, quando ti decidi a scrivere il finale?".
Si è parlato di mancanza di idee, di ispirazione. Ma non potrebbe essere invece un'altra la ragione? Io me la sono spiegata così: Martin ha iniziato a scrivere, e a pubblicare, una cosa che ha avuto un certo successo. Tanto da attirare anche le produzioni televisive. Ma le produzioni televisive hanno delle "regole" diverse rispetto all'opera letteraria.
Il target, il bisogno di tenere lo spettatore sulla corda, la necessità di colpi di scena.
La sensazione è che Martin sia rimasto vittima di questo meccanismo infernale e che non voglia più uscirne, perché tutto sommato piuttosto remunerativo.
Quest'ultimo aspetto si collega anche al dibattito Martin contro Tolkien divampato sul web recentemente.
Dando per assodato che Martin ammira Tolkien e si ispira anche alla sua opera, e che il suo commento sulle "mancanze" di Tolkien per quanto riguarda i governi dei regni della Terra di Mezzo non voleva assolutamente essere polemico, trovo che le sue mancanze siano tante e tali per cui poteva evitare. Anche perché, mentre Tolkien semplicemente sceglie di parlare di alcuni aspetti e tralasciarne altri che magari non considerava interessanti, Martin non arriva a tirare le somme e a dare un significato ad un tot di vicende...e sarà che non è finita, ma non bisogna dimenticare che sono 12 volumi e non si vede l'ombra di una soluzione.

* prima che l'opera fosse sulla bocca di tutti, cioè prima che ne venisse tratta una serie TV

mercoledì 9 settembre 2015

La fine

ovvero
Di come le notti - pressoché insonni - portino consiglio, ma anche di come a volte le botte di culo risolvano le situazioni in maniera inaspettata.

Lunedí mattina, dopo aver rimuginato* per ben due notti, la mia (provata) mente ha partorito il seguente piano: vado a Mordor e cerco di parlare con la Vice-Bugblatta, che adesso è la Vice-Senza-Bugblatta, e vedo se è più ragionevole.
Mi presento di buon ora, quando so che le maestre cominciano le loro attività, e in effetti ci sono tutte, nei pressi della segreteria. Mi salutano, si interessano della mia sorte, qualcuna mi rassicura e una addirittura mi dice "ma sai che forse ti è andata meglio?" :-)
Tra loro c'è anche Vice-senza-Bugblatta e le chiedo un minuto del suo tempo.
Lei fa la faccia di una che il minuto non ce l'avrebbe, ma io mi dichiaro pronta ad attendere. Ed è in quel momento che esce dalla segreteria Presidenuovo. Ma come? Non doveva arrivare venerdì? Ha fatto un'improvvisata!
A questo punto mi metto in coda e parlo direttamente con lui. Presidenuovo, gentilissimo, mi dice che non c'è nessun problema, il nulla osta lo può firmare anche la Vice-senza-Bugblatta, che a questo punto è la Vice-Presidenuovo, tanto è solo una formalità.
Ritorno dalla Vice-Presidenuovo e glielo dico.
Va bene, te lo faccio subito.
Caspita! Non mi aspettavo fosse COSÌ veloce!!!
Entriamo in ufficio da Viscidina e le dice di preparare il nulla osta.
"SUBITO?????" Strilla Viscidina, "ma io adesso sto facendo un'altra cosa urgentissima!!!!"
Viscidina sta sempre facendo una cosa urgentissima. Ma mentre non esita a rispondere maleducatamente a me, non osa con la Vice-Presidenuovo. Con lei va in modalitá Sono oberata di lavoro-devo fare tutto io, ma intanto fa.
Praticamente dieci minuti dopo io esco dai cancelli di Mordor vittoriosa, con Viscidina schiumante rabbia.
Il buon umore mi ha accompagnato tutto il giorno...in fondo basta così poco per farmi felice!



 *leggi: passato la notte a progettare la migliore strategia di azione tralasciando la trascurabile occupazione di dormire il sonno del giusto.

domenica 6 settembre 2015

Scuolabella

Per la Teoria del Caos e l'effetto farfalla, il terremoto di cui sopra non poteva non avere ripercussioni anche sul resto della famiglia.
Punto primo, a causa mia non si sono fatte vacanze, o meglio, non si sono fatti viaggi eccetto tre giorni in mezzo ai vigneti e ai buoni vini a fine agosto.
Punto secondo, il livello di tensione accumulato mi ha reso una cattiva compagnia. Sempre carica come una molla pronta a scattare; situazione che Marito ha gestito in modo ammirevole dimostrando la pazienza di Giobbe.
Punto terzo, materialmente l'asse di azione della famiglia si è spostato verso Città Tentacolare. Marito già da un anno percorre quella strada tutte le mattine per andare al lavoro e andando addirittura oltre; Charlie Brown frequenta il liceo della città; la mia sede si trova a pochi passi dal liceo; rimaneva solo Calvin iscritto a Gondor, con l'unico supporto di Nonnanovantenne, che seppur validissimo non vogliamo utilizzare troppo e senza un piano B.
Prevedendo che questo sarebbe stato un anno di cambiamento per le immissioni in ruolo (sigh) avevo lasciato aperto uno spiraglio. Non ho ordinato i libri per Calvin perché you never know. E infatti, il you never know si è realizzato.
A metà strada tra Gondor e Città Tentacolare si trova Scuolabella. Un rapido sguardo al sito e al P.O.F. mi convincono ad approfondire la questione. Evidentemente gli anni (almeno 7) di reggenze scriteriate di cui gli ultimi tre con la Bugblatta, si fanno sentire. Non bastano la buona volontà e le iniziative dei singoli, soprattutto se la buona volontà e il merito sono visti con fastidio. Il risultato è un'offerta formativa deludente, che salta all'occhio nel confronto con altre realtà. Certo, ti girano un po' i santissimi se hai lavorato in questa scuola e ci hai creduto fino all'ultimo. Ma i divorzi non sempre possono essere tranquilli e civili. Il nostro non lo è.
Dopo aver chiesto pareri a colleghe che ci lavorano, e dopo aver parlato con chi di dovere, la decisione è presa: Calvin andrà a Scuolabella. Dovrà prendere una corriera e affrontare una mezz'ora di viaggio contro i pochi minuti per raggiungere Gondor) e cambierà compagni e ambiente.
L'ha presa bene, altrimenti non avrei proceduto in barba all'offerta formativa e al corpo insegnante...spero tanto di pensarla così anche tra un mese!!!!
Telefono a Mordor in segreteria per chiedere come fare per il nulla osta. E' sabato mattina. Entrambe le impiegate, Medusa e Viscidina, che conosco da vent'anni, mi chiedono premurose (e false) se sto lavorando e dove. Quando dico il motivo della telefonata Viscidina mi spiega cosa fare e mi dice che posso consegnare la richiesta lunedì tra le 12.30 e le 14.00 perché loro devono fare i contratti (mah!). Poi mi dice che non può farmelo prima di venerdì perché fino a quel giorno il Preside non arriva in sede, il sostituto della Bugblatta che è un altro reggente e che io non conosco. Cosa posso dire? Va bene. Allora mi chiamate voi quando è pronto? NOOOOO, assolutamente!
Ora io mi chiedo se sia normale che si faccia aspettare una settimana per un nulla osta perché non c'è nessuno che lo firma (vicepreside cosa ci sta a fare?).
Considerando che venerdì io sarò al lavoro in orario di segreteria, lo potrò ritirare solo sabato mattina e poi mi dovrò scapicollare a Scuolabella a fare l'iscrizione in tempo utile per l'inizio della scuola. Questo se tutto va liscio come l'olio (praticamente impossibile!).
Ma per quanti ostacoli e scuse Viscidina si inventi, arriverà il giorno in cui potrò allontanarmi dall'aria mefitica di Mordor e da insegnante (done that!) e da genitore (working on it!).

giovedì 3 settembre 2015

schifoSCHIFOSCHIFISSIMO

Che tra me e la Bugblatta non corresse buon sangue è pacifico. Tuttavia la luce in fondo al tunnel era ben visibile: il primo settembre avrebbe visto "la tanto agognata pensione", e nel frattempo arrivava anche quella buona, di scuola.
Insomma, c'erano tutte le premesse per un happy ending con tanto di "e vissero felici e contenti".
Ma come nella migliore tradizione di ogni romanzo che si rispetti, ci voleva una complicazione prima del denouement.
In effetti io pensavo che di intrecci ce ne fossero stati in abbondanza.* Oh! Se mi sbagliavo!
Intanto, dato che Quel Ragazzo aveva promesso di svuotare le graduatorie in questa torrida estate, a monte tutti i progetti, le idee per un'eventuale vacanza, per poi scoprire che il tutto si sarebbe svolto dalla seconda metà di agosto in poi.
E dirlo prima, no?
Marito nell'incertezza non ha chiesto le ferie per tempo, quindi ha dovuto lavorare tutta l'estate. Quindi si è passata un'estate di merda in attesa di una chiamata che non c'è stata né nella fase zero, né nella a e né nella b. Perfetto!**
In più tra la fase a e la b ci sono state le nomine annuali, che da quella sciocca e ingenua che sono, credevo di non dovere più affrontare. Ed è lì che si è realizzato il diabolico piano del cattivo: la Bugblatta!!!!

Gente, è ora di mettere a letto i bambini, perché quello che segue contiene le più turpi nefandezze.

A parte la giostra delle nomine col suo carico di emozioni negative che si porta dietro, da quel punto di vista ero relativamente tranquilla, anzi, anche senza il relativamente: tra le prime a scegliere e con la certezza del mio solito posto un po' a Granburrone e un po' a Gondor. Il problema è che al momento delle assegnazioni figuravano solo sei ore a Granburrone e sei ore a Gondor, altre sei ore le avrei prese più tardi dal preside, completando così l'orario, come tutti gli anni.
Figurando però sei ore a plesso, non erano di competenza del provveditore, ma del preside. A meno che la scuola non chiedesse l'accorpamento. Ecco, la scuola non l'ha fatto.
Perché? Non ci hanno pensato?
Che ingenua! (Ancora)
La stessa situazione si proponeva per un'altra materia su una cattedra da anni occupata dalla stessa precaria, e per lei non solo ci hanno pensato, ma hanno anche chiamato a casa per dirle "guarda che ci sono tot ore per te, le prendi?".
Sì, le ha prese.
Nel frattempo io sceglievo un altro mondo.
Aspetti positivi: centro-centrissimo. Cattedra intera. Tutto nuovo.
Aspetti negativi: tutto nuovo (lo so che c'è anche sopra). Amarezza e delusione per come sono andate le cose.
A questo punto la storia finisce, e come sempre, gli eventuali svegli lettori non mancherebbero di farmi notare se fossero qui con me ora, è evidente che manca il lieto fine. E lo so. Il lieto fine non c'è. Forse è una storia triste.

*Anche perché non proprio tutto riesco a riportare su questo blog. Anzi, per dirla tutta, per svariati mesi - come i più attenti di voi avranno notato - sono praticamente svenuta, per non dire morta, scomparsa dal web.
**Ovviamente la mia posizione in graduatoria era oggettivamente buona. Tanto che ad ogni fase i colleghi mi chiamavano non chiedendo "Ti hanno chiamato?", ma dicendo "Allora? Dove ti hanno mandato?"

domenica 12 aprile 2015

Cita-un-libro #ioleggoperché/9

La giudice della settimana, effe, ha incoronato vincitrice del contest Cita-un-libro wolkerina con la sua bella citazione di E. A. Poe, mentre io per la seconda volta arrivo sul podio (evviva!).

Il tema scelto da wolkerina mi ha messo un po' in crisi...curiosando tra i libri di casa ho trovato moltissime frasi che contengono le parole senso di colpa, praticamente tutte legate al tradimento, ma non riuscivo a trovarne una che mi convincesse. 

Ho deciso allora di fare un giretto tra gli altri partecipanti per vedere come avevano affrontato la cosa, e sono rimasta molto sorpresa dalla varietà e dalla fantasia delle amiche lettrici...io dovevo decidere, e in fretta. Potevo gettare la spugna, ma mi sarebbe dispiaciuto molto non partecipare, quindi ho scelto di citare un libro che ho letto molto tempo fa, e che mi è piaciuto assai. Mi rendo conto di non essere particolarmente originale, ma non credo di andare fuori tema con questa citazione...



domenica 5 aprile 2015

Cita-un-libro #ioleggoperché/8

Appesantita dal pranzo di Pasqua e dai sensi di colpa (pochi) per l'abbuffata mi tuffo nel contest Cita-un-libro.
Murasaki -giudice della settimana - ci ha regalato un magistrale post, ed ha incoronato ilgonnellinodietabeta vincitrice della settimana. E da cotanta vincitrice ci è arrivato cotanto tema: l'infinito.

Obbediente, vi passo la mia interpretazione del tema attraverso una citazione...


Queste le regole del gioco, copiate dalla vincitrice:

1. La domenica, tra le 0.00 e le 23.59 si va sul wall di #ioleggoperché, si sceglie un post-it di citazione e si pubblica sul proprio blog, inserendo nel post il link al portale di #ioleggoperché;
2. Si segnala la pubblicazione sul post del giudice;
3. Durante la settimana si partecipa, se si vuole, alla discussione che (auspicabilmente) da quelle citazioni sarà indotta;
4. Il sabato sera o la domenica successiva, a scelta, il giudice, insieme alla nuova citazione, pubblicherà la classifica delle prime tre citazioni, motivandole;
5. Il giudice stesso passerà dal blog della citazione vincitrice a lasciare il testimone; per far ricominciare il gioco;
6. Il nuovo giudice pubblicherà la sua citazione e il suo post, assegnando eventualmente un tema per le nuove citazioni settimanali;
7. I giocatori possono anche decidere di non seguire il tema: saranno ugualmente partecipanti a Cita-un-libro, ma non potranno concorrere alla vittoria della settimana.

domenica 29 marzo 2015

Cita-un-libro #ioleggoperché 7

Settima settimana di citazioni.
Il giudice della settimana, Murasaki, ha definito il tema per la giornata di oggi, e che tema...la morte.
Quasi allo scadere della giornata, ma ancora in tempo utile, invio il mio post it sul muro di #ioleggoperché, ma semplicemente perché oggi la giornata è stata dedicata ad una gita in montagna. In realtà la citazione mi era balzata immediatamente alla mente non appena letto il tema, e nonostante poi me ne siano venute in mente anche altre, sono tornata alla prima venuta di getto, perché credo che la prima che ti colpisce sia quella giusta.



Per le regole del gioco, vi rimando a Murasaki

mercoledì 25 marzo 2015

La storia della settimana

La protagonista della storia di oggi, che chiameremo Jasmine, ha 15 anni. E' alta, ha lunghissimi capelli castani, occhi castani, bravissima a scuola. E' seria, si impegna, è gentile...ed è in terza media.
E' in terza media a 15 anni perché è nata da genitori stranieri, l'ultima di sette fratelli tutti maschi, ed è nata ad insaputa della madre. Perché la mamma di Jasmine un giorno di 15 anni fa si è fatta accompagnare al pronto soccorso per dei forti dolori alla schiena, ed è tornata a casa con una bambina. Jasmine.
A dispetto di tutto, Jasmine è cresciuta ed è andata a scuola, ma forse per i suoi genitori - appartenenti ad un'altra cultura - non era così importante. Una femmina. Ma è proprio necessario che abbia un'istruzione?
Eppure Jasmine è sempre andata volentieri a scuola e ottiene buoni risultati. Anche se i suoi genitori non vengono mai a parlare con gli insegnanti, non vengono a ritirare la pagella, non vengono neanche a ritirare il consiglio orientativo.
Anche se lei in gita non ci va. Anche se non riceve regali quando prende un buon voto. Anche se i suoi genitori non devono prometterle il motorino per farla studiare.
E allora? Perché a 15 anni è ancora in terza media?
Perché un anno - alla scuola primaria - alla mamma di Jasmine è venuto in mente di andare al suo paese a trovare i parenti. Non ritenendo necessario far coincidere il suo viaggio con le vacanze scolastiche, e ritenendo invece assolutamente necessario passare un congruo numero di mesi nella sua terra natale, ha fatto perdere un anno di scuola alla povera Jasmine, costretta a seguirla rassegnata e in lacrime.
Al suo rientro, eventualmente, Jasmine deve ripetere l'anno.
In prima media la storia si ripete: Jasmine perde un altro anno tra la costernazione degli insegnanti costretti a bocciarla nuovamente per le troppe assenze.
Ecco perché Jasmine è in terza media a 15 anni.
Adesso i suoi compagni hanno due anni in meno, ma nonostante questo è sempre diligente e motivata.
A Jasmine piacciono le lingue, ha scelto il liceo linguistico e si è iscritta. La sua insegnante di inglese è felice per lei e orgogliosa. E' un bel traguardo arrivare alla licenza media e addirittura al liceo.
Purtroppo, proprio in vista del traguardo, la capricciosa madre di Jasmine decide di partire. La scusa è che il marito si trova al paese ed è malato. In realtà non c'è alcun pericolo di vita tale da giustificare un'immediata partenza, ma lei è irremovibile. Anche i fratelli maggiori di Jasmine, tutti sposati e disposti a tenerla in casa con loro, tentano di farle cambiare idea. Ma Jasmine parte. I genitori hanno deciso che se proprio vuole può iscriversi a scuola là dove si trova.
E' passato un mese da quando Jasmine è partita, ogni tanto ci arriva qualche messaggio su whatsapp. Nessuna speranza di rientro e la concreta paura (pensata ma non pronunciata ad alta voce) è che Jasmine sia considerata "materiale-da-marito".

domenica 22 marzo 2015

Cita un libro, #ioleggoperché/6

Ancora una volta è domenica, e un altro giudice si avvicenda nel giochino che ci tiene compagnia da qualche settimana. Questa settimana tocca a gabericci, incoronato da iome.
A lui i miei complimenti e auguri...eh sì, ti aspetta un'ardua prova (hehe). Ma ce la puoi fare!
Il tema di questa settimana è storie, ed io ho pensato di contribuire con questa citazione



In questo caso è la storia di un uomo che aveva una relazione, ma un bel giorno, come si suol dire, non ci sta più dentro. E allora molla, molla tutto senza spiegazione e cambia aria.
Da Vienna a Londra. Ma dieci anni dopo si ritrova a vivere una vita che lo lascia insoddisfatto, ha una nuova relazione con una donna molto più giovane di lui, ma continua a pensare a Julia.
Con Julia ha rotto completamente i ponti, e non sa più come rintracciarla. Un giorno, mentre si trova su un autobus della sua città, gira lo sguardo e la vede lì, sull'autobus affiancato al suo. Vicinissima eppure irraggiungibile. 
Ah, io di certo non vi dirò come va a finire, ma vi invito a leggere Una Musica Costante di Vikram Seth, un ottimo autore.
Con questo partecipo alla quinta edizione di Cita-un-libro.



sabato 21 marzo 2015

Settimana etica




Questa settimana dell'etica mi piace molto, ho letto dei bellissimi post che mi hanno fatto riflettere, soprattutto quello di iome, che ne è la promotrice. Ed ho apprezzato i contributi di noise e povna.
Ho voluto mettere questa citazione di Vassalli perché contribuisce alla discussione intavolata da iome. Siamo meglio o siamo peggio dei nostri padri? Forse siamo uguali, la ggente è così, la gente odia, è piccola e insignificante ma si crede importante, da che mondo è mondo. Purtroppo fa anche tanti danni...
Ne La Chimera, la ggente arriva da ogni dove, famiglie con bambini e amici, con i carri carichi di cibo e vino per far baldoria...per andare a vedere la strega bruciare. E la strega chi è? E' cattiva? No, non è cattiva, è solo una ragazza di diciannove anni che ha l'imperdonabile colpa di essere bella, anzi bellissima, e che è stata cresciuta da genitori normali, ma che avevano la colpa di "non essere tanto di chiesa", cosa che poteva costare assai cara all'inizio del 1600.
E allora, per comprendere nel discorso anche le sollecitazioni di povna, in tutto questo come si pone la scuola?
Io dico che la scuola può fare ben poco se non ha la collaborazione delle famiglie, il famoso patto educativo che noi facciamo firmare ai genitori, dove la scuola si impegna a e il genitore si impegna a, è un bellissimo patto costantemente disatteso, a volte da una parte e a volte dall'altra. Quindi è una cosa svuotata di significato, un bell'involucro che contiene il niente.
E perché succede tutto questo? Forse perché anche la scuola è fatta di persone, delle stesse persone di cui è popolato l'universo mondo. E ci sono quelle buone e quelle meno buone, quelle in buona fede e quelle in mala fede. Ognuno è convinto di avere ragione e va avanti per la sua strada. E con questo mi collego anche al quesito posto da noise, che si domanda, ma non sarebbe meglio rinunciare a un pochino di sé, se è per il bene comune?

Sono comunque convinta che sia necessario continuare a cercare di fare bene. Non è una giustificazione pensare di non mettersi in gioco solo perché tanto così fan tutti e lo stipendio è lo stesso. Le soddisfazioni arrivano, non dai superiori, ma arrivano.

lunedì 16 marzo 2015

Piano assunzioni

Un po' in ritardo rispetto alla notizia data sui giornali (perché ho sempre bisogno di digerire le cose e poi perché non ho mai tempo di fare niente), commento a modo mio: allora, riassumendo, gente del calibro della bugblatta di Traal o della capa tòrta, potrà decidere chi assumere nella sua scuola.

sabato 14 marzo 2015

Cita un libro #ioleggoperché 5

E' appena passata l'ora del tè, quindi è sabato sera.
E allora vado senza indugio a scrivere il post che incoronerà la vincitrice della settimana.

Per prima cosa ritengo atto dovuto ringraziare tutti i partecipanti al giochino Cita-un-libro ideato dalla vulcanica povna.

Questa settimana hanno partecipato, rigorosamente in ordine di apparizione,
pensierini con Elena Gianini Belotti, Dalla Parte delle Bambine;
nella classe arancio con Italo Calvino, Marcovaldo;
bridigala con Christopher Paolini, Eragon;
povna con Montesquieu, Lo Spirito delle Leggi;
noisette con Elena Gianini Belotti, Dalla Parte delle Bambine;
ilmondodicì con Julie Otsuka, Venivamo Tutte per Mare (fuori concorso per i motivi che potete leggere nel suo post);
connie con Pirandello, Uno, Nessuno e Centomila;
ogginientedinuovo con Cesare Pavese, La luna e i Falò;
unsassoverticale con Fedor Dostoevskij, L'Idiota;
labiondaprof con Malala Yousafzai, Io Sono Malala;
dolcezzedimamma con Louisa May Alcott, Piccole Donne;
spersanelletere con Gianni Rodari, Filastrocche in Cielo e in Terra;
ilgonnellinodietabeta con Sydney Padua e Ada Lovelace, Lovelace and Babbage;
iomemestessa con J.K. Rowling, Harry Potter;
roceresale con Henning Mankell, Scarpe Italiane;
wild horse con Luigi Pirandello, Stasera Si Recita a Soggetto;
ellegio con Ursula K. Le Guin, La Mano Sinistra delle Tenebre
tuttotace con Don Delillo, Rumore Bianco.

Come ho già commentato in giro, il compito della giudice è stato tutt'altro che facile, tutte le citazioni sono di altissimo livello, ma pensa che ti ripensa già all'inizio della settimana ho fatto tre pallini sui nomi di coloro che avevano fatto le tre citazioni che mi hanno colpito in modo particolare. 
Dovevo quindi solo decidere primo, secondo e terzo posto (ho visto che si usa, allora anch'io!).

Avrei voluto farle vincere tutte e tre, ma purtroppo non è possibile, quindi al terzo posto labiondaprof con una bellissima frase sull'insegnamento e l'apprendimento. Come ho già detto tante volte, adoro la tecnologia e tutte le cose fantastiche che si possono fare con la LIM in classe, ma è ancora fondamentale che ci sia un insegnante e un alunno disposto a imparare. In queste condizioni anche "solo" carta e penna sono sufficienti.
Al secondo posto si piazza tuttotace,  perché mi ha colpito la sua storia e perché trovo la sua citazione una vera-verità!

And the winner iiiiis

iomemestessa, che è stata bravissima a trovare una bella frase di un bellissimo libro, e che ha fatto anche un collegamento con la frase della settimana scorsa. Complimenti davvero!
Adesso a te la palla.

Questa è la mia citazione per la quinta puntata di Cita-un-libro postata sul sito #ioleggoperché



A proposito di cambiamenti.


Aggiornamento!
Mi è stato fatto notare che, ehm, mi sono dimenticata di una partecipante...rimedio subito cospargendomi il capo di cenere, ha partecipato ovviamente anche murasaki con Arrigo Boito, Falstaff. Mica paglia ;-)





domenica 8 marzo 2015

Cita un libro #ioleggoperché - quarta puntata

Questa domenica, alle tre del mattino, di ritorno da una bellissima serata di musica dal vivo, ho letto una mail della cara Murasaki che mi annunciava la vittoria per la citazione di domenica scorsa.
Beh, che dire? Ovviamente felice e grata, mi sono schiantata sul letto pensando che la prima cosa da fare al mio risveglio fosse scrivere questo post, ed infatti eccomi qui!

Non nascondo che sono in grave imbarazzo per quanto riguarda la mia citazione di oggi da appiccicare sul muro di #ioleggoperché, ma prenderò una decisione prima di pubblicare il mio post. Dico subito però che non assegnerò un tema per questa domenica perché trovo la cosa un po' complicata soprattutto per chi deve partecipare al giochino!

Vi rimando quindi alle regole, che potete leggere qui da 'povna, e ancora compiaciuta e un po' stordita, vi invito a partecipare numerosi...buona domenica e buone letture.



e questa è la mia citazione per oggi, il momento in cui il povero Oliver chiede di avere più gruel, la pappa di avena che servivano per cena agli orfanelli.

domenica 1 marzo 2015

Cita un libro #ioleggoperché - terza edizione, nonché post numero 12 per me


Complimentandomi con Murasaki per la vittoria di oggi, partecipo volentieri alla terza puntata del contest Cita un libro.
Questa volta ho cominciato a pensarci per tempo, e già dall'inizio della settimana mi frullava per la testa la citazione che avrei inserito oggi. 
Ed eccola qui:




Fortunatamente per oggi non è stato assegnato un tema (se ho capito bene), altrimenti avrei forse dovuto cambiare :-D

Bene, ma passiamo a T. S. Eliot. Sono particolarmente affezionata a questo autore perché ci ho fatto la tesi di laurea, e anche perché su questa opera - The Waste Land - ho seguito il primo corso monografico all'Università...e mi si è aperto un mondo. Sarà per la passione con cui il docente ne parlava, e la grandissima competenza, ma è stata la prima opera in versi che ho amato. Fino ad allora la poesia non mi era mai piaciuta...io do la colpa alla mia prof di italiano delle medie che ci faceva imparare a memoria tutte le poesie, e sembrava quasi che il suo criterio di scelta si basasse sulla loro lunghezza, e non mi ricordo assolutamente alcun commento a dette poesie, ma sicuramente ero una ragazzina distratta!
Un tributo quindi al mio docente di letteratura inglese del primo anno di università e a tutte le poesie che sono riuscita a godermi DOPO, dopo cioè aver avuto gli strumenti per capire, interpretare e apprezzare la poesia senza sentirmi un po' scema inadeguata ;-)
  
Per quanto riguarda il tema, è un classico della poesia, potremmo riassumere con "il mondo alla rovescia" che tante opere di ogni genere ed epoca hanno espresso.
Buona domenica, quindi, e buona gara a tutti!!!!

sabato 28 febbraio 2015

#ioleggoperché 11



Un altro superclassico che adoro.
Gwendolen, per dimostrare che si è fidanzata con Earnest prima di Cecily (e quindi ha precedenza su di lei), porta come prova il suo diario, che porta sempre con sé, perché "bisogna sempre avere con sé qualcosa di sensazionale da leggere".

venerdì 27 febbraio 2015

#ioleggioperché 10


Atto I, scena I di Macbeth.
Comincia con le streghe questa tragedia, e in questi versi si capisce subito che c'è un ribaltamento dei valori. Confusione fisica e morale che anticipano la catastrofe.

giovedì 26 febbraio 2015

#ioleggoperché 9


Come fan di gialli, non poteva mancare questa frase che ogni ispettore che si rispetti creato da ogni autore che si rispetti, usa nei suoi romanzi almeno una volta
;-)

martedì 24 febbraio 2015

#ioleggoperché 7


Le mitiche new year's resolutions di Bridget Jones, una più bella dell'altra.

domenica 22 febbraio 2015

#ioleggoperché 5


Il vecchio Sam...

Allora, se ho capito bene le regole, tenterò di partecipare al giochino. Oggi propongo Il Signore degli Anelli per il concorso #ioleggoperché.


sabato 21 febbraio 2015

#ioleggoperché 4


Il vecchio Barbalbero che piega agli Hobbit il perché non vuole schierarsi e partecipare alla Guerra.

venerdì 20 febbraio 2015

giovedì 19 febbraio 2015

#ioleggoperché 2



Oggi comincia la serie delle citazioni da libri "storici", dai quali non mi posso esimere. Questa frase è secondo me l'essenza di Lo Hobbit, la perfetta sintesi dello spirito di questa incredibile e meravigliosa avventura.
Ed è un incredibile diverso rispetto a quello a cui siamo assuefatti oggi, cioè pieno di effetti speciali e supereroi; è la forza della normalità...accompagnata da alcune caratteristiche molto umane tipo l'ingegnosità, la perseveranza, la fede in qualcosa (non necessariamente nella religione) e la speranza.

mercoledì 18 febbraio 2015

#ioleggoperché 1


Il mio primo post-it l'ho scelto sul tema della lettura. Non è il mio libro preferito o il mio autore preferito, perché non ho né un libro preferito né un autore preferito, ne ho tanti-tantissimi.
Le frasi che scriverò saranno semplicemente frasi che mi sono piaciute e che mi sono presa la briga di segnarmi da qualche parte.
Va da sè che comunque sono tutte tratte da libri che mi sono piaciuti parecchio!

lunedì 12 gennaio 2015

Altre schermaglie

Ultimo collegio dell'anno. Sempre quello. La Bugblatta, nella sezione comizi, porta alla nostra attenzione il documento sulla valutazione. Con aria da maestrina ci ricorda che la valutazione è di tipo formativo, che le competenze devono essere certificate*, e che - è l'Europa che ce lo chiede - si sta andando nella direzione dell'eliminazione delle bocciature.
All'unisono gli insegnanti della Secondaria di Primo Grado (a parte quelli che sono già nella seconda fase R.E.M. e quelli che stanno giocando alle caramelline)  prorompono in un buuuuu, ooooo, aaaaa, ecccallà. Io che ero attenta - giuro - avevo appena finito di dire alla mia vicina "sta 'tenta che adesso dice che non si deve bocciare".
La Bugblatta si abbruttisce. Ricordate cosa succede quando si abbruttisce? Comincia ad alzare la voce e, parlando sopra chiunque voglia interloquire, continua a sproloquiare modello locomotiva-lanciata-a-tutta-velocità. 
Infatti, puntuale, quando alzo la mano e dico: "Sì, ma preside, in Europa non si boccia ma..."
La Bugblatta urla: "MA MI FACCIA PARLARE!!!!"
E parla, allora.
E continua inalscoltata per qualche altro minuto.
Ovviamente alla fine si profonde in sinceri auguri e baci a tutti quelli che le passano vicino sulla via per l'uscita.
E allora?
Allora, io volevo dire che è vero che in Europa non ci sono le bocciature come qui da noi. Ma è anche vero che se non si ha un certo profitto non ci si può iscrivere alle università o anche solo alle scuole vagamente decenti. E' preclusa, allo studente con scarso profitto, la possibilità di continuare il suo percorso di studi, per essere invece indirizzato alla formazione professionale.
Vogliamo questo? Io, tutto sommato, preferisco perdere un anno ma arrivare a laurearmi. Anche perché a 12 o 13, ma anche 16 anni, ti può capitare un periodo di ribellione, crescita difficile, sbandamento, che poi si risolve.
Ma la Bugblatta, si sa, è affetta da profonda miopia selettiva, vuole la botte piena e la moglie ubriaca. Vuole semplicemente non avere problemi con i genitori, data la dilagante moda a fare ricorsi tra i genitori. Importa poco se questi ricorsi li perdono tutti, e se non è lei che si deve sbattere a preparare memorie difensive o a rifare esami.

* Questo è un altro suo vecchio tentativo di ingerenza nel lavoro degli insegnanti. Noi, quando un alunno non ottiene la sufficienza, nella certificazione delle competenze mettevamo un voto negativo. Alla Bugblatta non andava bene, e siamo arrivati al compromesso di non mettere niente, di modo che si capisse che in quella disciplina la competenza non c'era. Ma anche questo non va bene, la Bugblatta sostiene che sia obbligatorio mettere almeno sei, con buona pace di chi il sei ce l'ha meritatamente.