venerdì 28 marzo 2014

Il Viaggio di Earendil e la Guerra d'Ira

Earendil è il distillato di tutti gli Elfi e gli Uomini che abbiamo visto, rappresenta ed è imparentato con Teleri (Thingol), Noldor (Idril), Maiar (Melian), Casa di Hador (Tuor), Casa di Beor (Beren). E' amico di Cìrdan il Carpentiere ed è sempre associato al Mare. Per lui Cìrdan costruisce Vingilot, la più bella delle navi mai cantate.
E' quindi naturale che Earendil sia il personaggio più importante della mitologia di Tolkien, quello destinato a salvare Elfi e Uomini.

Anche questa volta Tolkien fa riferimento ad una versione molto più lunga e particolareggiata della storia: il Lai di Earendil, ma questo Lai non è mai stato scritto, perciò tutto quello che sappiamo di questo personaggio è qui nel Silmarillion.

La storia di Earendil è il punto centrale, è da dove è partito Tolkien, quello che è successo prima - che noi abbiamo appena letto - è stato scritto successivamente per fare da background a questo momento topico.

Earendil non sapeva stare fermo, e con la sua nave viaggiava in cerca di Tuor e Idril, mentre Elwing lo aspettava a casa.
Mentre era via, i figli di Feanor vengono a sapere che Elwing dimora alle bocche del fiume Sirion ed è ancora in possesso del Silmaril. Il giuramento li tormenta, quindi attaccano i loro fratelli ed ha luogo l'ultimo e il più crudele massacro di Elfi a opera di Elfi; e fu quello il terzo dei grandi mali frutto del maledetto giuramento.
Dei figli di Feanor, Amrod e Amras rimangono uccisi, rimangono solo Maedhros e Maglor. Elros ed Elrond vengono fatti prigionieri, ed Elwing, con il Silmaril che le ornava il petto, si getta in mare.
Ulmo trae Elwing dalle onde, le dà l'aspetto di un grande uccello, e lei vola fino alla nave di Earendil con il Silmaril.
I due proseguono il loro viaggio insieme, pensando che i loro figli Elros ed Elrond siano perduti, e fanno rotta per Valinor.
Arrivati sulle spiagge immortali, Earendil prosegue da solo.
Quando arriva nel Reame Beato trova tutto deserto, proprio come Morgoth e Ungoliant tanto tempo prima, era arrivato in un momento di celebrazioni.
Proprio quando sta per tornare indietro la voce di Eonwe lo apostrofa
Salute, Earendil, il più famoso di tutti i marinai, l'atteso che giunge inaspettatamente, il desiderato che arriva al di là di ogni speranza! Earendil, portatore di luce più antica del Sole e della Luna! Splendore dei Figli della Terra, stella nelle tenebre, gemma nel tramonto, radianza del mattino!

 Earendil non tornò mai più nelle terre degli Uomini, ma ottenne il perdono per Elfi e Uomini. I Mezzelfi ottengono la facoltà di scegliere il loro destino, cioè se essere giudicati come i Primogeniti o come gli Uomini.
Fu così che il Silmaril rimase a Valinor, volando con Elwing nel cielo.
Nel frattempo Morgoth se ne stava rintanato e tranquillo, non immaginando che avrebbero osato attaccarlo.
Morgoth non riesce a comprendere i Valar e il loro perdono, perché non ne è capace.
In questo aspetto Morgoth ricorda un altro grande cattivo moderno: Voldemort. La debolezza di questi personaggi è non riuscire a comprendere il potere dell'amore e quindi sottovalutarlo. Entrambi sono personaggi molto dotati e forti, ma in Tolkien sono gli umili che salvano il mondo.

Questa ultima battaglia della Prima Era è detta Grande Battaglia o Guerra dell'Ira. Tutta la potenza delle creature asservite a Morgoth non può niente contro la potenza dei Valar. La corona ferrea diventa un collare, per sottolineare che Morgoth è prigioniero delle sue azioni.
Eonwe prende i Silmaril e la Terra di Mezzo viene devastata. Morgoth viene scaraventato fuori dalle Mura del mondo, nel vuoto atemporale.
Maedhros e Maglor tornano alla carica e chiedono di avere i due Silmaril rimasti. Eonwe risponde che il loro diritto è decaduto a causa delle molte e spietate malefatte che avevano commesso perché accecati dal loro giuramento.
Ovviamente non se ne danno per inteso e li rubano, dopo aver trucidato i guardiani, per aggiungere misfatto a misfatto, ma la gemma bruciò la mano di Meadhros con dolore insopportabile, tanto che si getta in una voragine infuocata e il Silmaril fu accolto nel seno della terra.
Neanche Maglor riesce a sopportare il dolore, e alla fine lo gettò nel mare.
Ed ecco la fine dei Silmaril: uno in cielo, uno nelle profondità della terra e uno nelle profondità del mare.
I Vanyar tornarono a Valinor, gli Elfi del Beleriand andarono in Tol Eressea, l'Isola che guarda sia a Occidente che a Oriente.
Cìrdan il Carpentiere e Celeborne Galadriel rimasero nella Terra-di-Mezzo, come Gil-galad e Elrond Mezzelfo. Suo fratello Elros invece preferì dimorare con gli Uomini.

lunedì 24 marzo 2014

Tuor e la caduta di Gondolin

Anche Tuor, come suo cugino Tùrin, viene cresciuto dagli Elfi Grigi. Ma ci sono delle importanti differenze tra i due: mentre Tùrin viene tenuto in grande considerazione presso Re Thingol, Tuor viene preso come schiavo da Lorgan, un Elfo che non è conosciuto del quale non sentiamo più parlare.
I destini dei due cugini sono simili, sono entrambi predestinati, ma si può dire che hanno esito completamente diverso.
Tùrin cresce orgoglioso e arriva a pensare di poter sfidare persino Morgoth, portando alla rovina tutto ciò che tocca; Tuor cresce umile e arriva molto in alto.
Tuor è infatti il predestinato, o il Prescelto da Ulmo come strumento dei propri disegni. 
Dopo varie avventure, Tuor giunge infatti nelle aule abbandonate di Vinyamar, dove trova lo scudo e la cotta, la spada e l'elmo che che Turgon aveva lasciato tempo prima per ordine di Ulmo.
Tuor indossa la cotta e Ulmo stesso gli dà un mantello per nascondersi dai suoi nemici e gli ordina di andare a Gondolin. Voronwe gli fa da guida.
Strada facendo incontrano un uomo alto, vestito di nero, armato di una nera spada che andava di fretta. Questo è l'incontro con Tùrin. I loro cammini si incrociano, inconsapevolmente, mentre abbracciano il proprio destino: Tùrin sta andando verso nord, ed è quindi il momento in cui, invece di salvare Finduilas, decide di dar retta a Glaurung e cercare madre e sorella; Tuor sta seguendo gli ordini di Ulmo e si sta recando a Gondolin.
Arrivato al cospetto di Turgon (Maeglin e Idril), lo avverte che la maledizione di Mandos si sta compiendo e lo prega di partire e abbandonare tutto quello che ha costruito.
Turgon si ricorda le parole di Ulmo, ma si è fatto superbo, e in più non vuole lasciare Gondolin.
Nonostante le notizie della caduta di Nargothrond e del Doriath, Turgon si tappa le orecchie e decide di non intervenire, cercando di nascondersi ancora di più.
Tuor rimane a Gondolin e il cuore di Idril si volse a lui, e il cuore di Tuor a lei. Maeglin, sempre contro Tuor, lo odia sempre di più, perché sopra ogni cosa desidera possedere Idril, erede di Gondolin.
Il secondo matrimonio tra Uomini e Elfi viene celebrato con una gioiosa festa, perché Turgon tiene in alta considerazione Tuor, e poi intuisce che il destino dei Noldor è legato a colui che Ulmo aveva inviato.
L'anno successivo nasce Earendil Mezzelfo, figlio di Tuor e Idril.
Salta subito all'occhio la differenza tra questo matrimonio e quello di Beren e Lùthien, ma - guardando avanti - anche con la terza unione Uomini e Elfi, cioè Aragorn e Arwen. Sia Beren che Aragorn hanno dovuto penare parecchio, soprattutto Beren che ha dovuto prendere il Silmaril dalla corona di Morgoth, ma anche Aragorn che ha dovuto sconfiggere Sauron e unire i regni degli Uomini.
A differenza di Lùthien e Arwen che hanno dovuto rinunciare all'immortalità, Idril non è costretta a scegliere, e Tuor è il solo tra gli Uomini mortali che si unisce ai Noldor.
E questa è la parabola ascendente del destino di Tuor contrapposta a quella discendente di Tùrin.

Ma prima di ciò abbiamo la caduta di Gondolin.

Idril, saggia e previdente, fa costruire una via segreta. 
Maeglin si fa catturare dagli Orchi, perché lui è solito ignorare l'ordine del Re di non uscire da Gondolin, e portato ad Angband ne svela l'esatta localizzazione a Morgoth in cambio della signoria e di Idril...ma come al solito le promesse per Morgoth non sono vincolanti!
L'anno in cui Earendil compie sette anni, Morgoth sferra l'attacco con i suoi Balrog, Orchi, lupi e draghi.
Maeglin si impadronisce di Idril e Earendil e Tuor lotta contro di lui sulle mura, scagliandolo di sotto. Anche lui incontra il suo destino, come suo padre Eol aveva predetto. Muore nello stesso precipizio dove era morto Eol, dopo essere rimbalzato tre volte e poi essere finito nelle fiamme sottostanti.
Turgon muore asserragliato nella sua torre quando la torre crolla. Incapace di lasciarsi alle spalle le sue cose e le sue creazioni, e in modo decisamente poco glorioso per il Supremo Re dei Noldor.
Tuor, Idril e i superstiti usano il passaggio segreto per scappare. Incappano in un'imboscata di Orchi e ben difficilmente si sarebbero salvati, nonostante il valore di Glorfindel dai capelli gialli...se Thorondor non fosse volato al momento opportuno in loro soccorso.
Così, guidati da Tuor, i superstiti si riuniscono con i superstiti del Doriath, tra cui Elwing, figlia di Dior. Quando si seppe che Turgon era morto, Ereinion Gil-galad, figlio di Fingon, viene nominato Re Supremo dei Noldor nella Terra-di-mezzo. A loro si uniscono anche i marinai di Cìrdan.

Morgoth è trionfante, non tiene per niente conto dei figli di Feanor, perché fino ad allora hanno solo aiutato i suoi progetti, e non si preoccupa dei superstiti.

Ulmo se ne va a Valinor a parlare ai Valar delle disgrazie degli Elfi e a pregare di perdonarli e di recuperare i Silmaril. Manwe non si commuove. L'ora non è ancora suonata, e solo uno, patrocinando di persona la causa sia degli Elfi che degli Uomini, implorando perdono per le loro malefatte e pietà, avrebbe potuto smuovere le Potenze.

domenica 23 marzo 2014

La Rovina del Doriath

Siamo arrivati ad un punto in cui, se non ci siamo fatti scoraggiare dalla grande quantità di nomi, sia di persone che di luoghi, potremmo provare un certo scoramento per l'estrema tristezza degli avvenimenti della Terra di Mezzo.
Difficile immaginare una storia più triste di quella di Tùrin Turambar che abbiamo appena finito di leggere, e tuttavia anche La Rovina del Doriath - come è facile intuire - narra di vicende alquanto catastrofiche.

All'inizio si parla ancora di Hùrin, che dopo aver visto con gli occhi di Morgoth - che tutto vedono e che tutto distorcono, perché la bugia era mischiata con la verità - la distruzione della sua discendenza nelle più tragiche delle circostanze, viene lasciato libero da Morgoth.
Quello che potrebbe sembrare un atto di pietà, in realtà non lo è affatto, perché Morgoth libera Hùrin con il preciso intento di danneggiare Thingol e Melian che odiava e temeva insieme.

Dopo 28 anni di prigionia, quindi, Hùrin vaga nella terra di mezzo, con capelli e barba lunghi e bianchi, e appoggiato ad un bastone nero. Nessuno osa fermarlo perché tutti lo temono, e pensano che sia un servo di Morgoth, nessuno quindi lo aiuta o lo ospita.
Fallisce anche il tentativo di recarsi a Gondolin, perché non trova la via d'accesso e le aquile non vengono in suo soccorso, non perché non lo vedano, ma perché Turgon è pieno di dubbi, e quando finalmente decide di farlo entrare, Hùrin se ne è già andato, non prima di aver involontariamente svelato a Morgoth la posizione di Gondolin.

Così si reca nel luogo dove Glaurung è stato ucciso, e sulla pietra tombale di Tùrin e Nienor, incontra Morwen.
L'incontro con Morwen, che era semplicemente sparita senza lasciare traccia e nessuno l'aveva più vista, avviene in modo del tutto naturale. Non c'è sorpresa, anzi, lei gli dice semplicemente che è da molto che lo aspetta.
Morwen chiede a Hùrin come ha fatto Nienor a trovare Tùrin, ma la domanda non ottiene risposta. Questo è un atto di pietà nei confronti di Morwen, evidentemente Hùrin vuole risparmiarle un grande dolore, anche più grande del fatto che i suoi figli sono morti.
Infine Morwen muore, e Hùrin dice che non è stata vinta. Questo perché lei non è stata sconfitta da Morgoth, la sua morte è più onorevole di quella dei suoi figli. Lei non è impazzita e non si è suicidata.

Hùrin si reca poi nel Nargothrond, dove trova Mim il Nano che si è impossessato delle aule in rovina e del tesoro. Non dimentichiamo che Mim è convinto di essere il legittimo proprietario di Nargothrond. Ma Hùrin non è disposto a sentire le sue ragioni, e lo accusa invece di aver tradito Tùrin - quando ha rivelato a Morgoth dove si trovava - e lo uccide seduta stante. Hùrin prende con sé solo una cosa... e poi si reca nel Doriath.

Arrivato al cospetto di Re Thingol, Hùrin gli getta ai piedi la Nauglamir, la collana dei Nani fatta per Finrod Felagund, e con parole di rabbia lo ringrazia per aver protetto così bene i suoi famigliari.
Allora Melian spiega a Hùrin come sono andate veramente le cose, e che vedere attraverso gli occhi di Morgoth gli ha fatto travisare la realtà.
La disperazione di Hùrin è a questo punto insostenibile, e dopo aver lasciato la collana a Thingol, questa volta come dono, se ne va e si dice si sia anche lui suicidato.

E così finisce la storia di Hùrin e della sua sfortunata stirpe, a questo punto la storia ritorna focalizzata sugli elfi.

Thingol pensa di far incastonare il Silmaril nella collana, in modo da poterla sempre indossare. Va quindi dai Nani a farsi fare il lavoro, ma una volta completato scoppia una lite, e Thingol viene ucciso. I Nani tentano di fuggire con la collana, ma vengono presi e il tesoro consegnato a Melian.

Melian, dopo essere rimasta a lungo a vegliare Thingol, consegna il Silmaril a Mablung, incaricandolo di portarlo a Lùthien. Dopodiché sparisce dalla Terra di Mezzo per passare nella contrada dei Valar, nei giardini di Lòrien. La cintura di Melian scompare e il Doriath non è più protetto dagli incantesimi.
Gli Elfi si trovano a combattere contro i Nani, in molti vengono uccisi, e i Nani si impadroniscono del Silmaril. Ma Beren e suo figlio Dior vanno in battaglia e recuperano la collana dal signore di Nogrod, che morendo lancia una maledizione su tutti i suoi tesori. In questa battaglia gli Elfi vengono aiutati dai Pastori degli Alberi i quali spinsero i Nani nei boschi tenebrosi degli Ered Lindon: donde, così si dice, non uno sortì per ascendere agli alti passi che conducevano alle loro dimore.

Per un breve periodo Lùthien è la padrona della collana e Dior se ne va con sua moglie Nimloth e i figli Elured, Elurìn e Elwing a Menegroth. Alla morte di Lùthien la collana passa a Dior, che la indossa.

Saputo questo, i figli di Feanor si rimettono in marcia per recuperare il Silmaril. C'è uno scontro tra Elfi, molti muoiono, tra cui Celegorm, Curufin e Caranthir, ma anche Dior e Nimloth. Elured ed Elurìn vengono abbandonati nella foresta a morire di fame, mentre Elwing, la figlia di Dior, riesce a fuggire portando con sé il Silmaril.

Questa è sicuramente la cosa peggiore che abbiano mai fatto gli Elfi figli di Feanor, anche peggiore dell'uccisione dei Teleri, perché questa è proprio una carneficina premeditata aggravata dalla crudeltà dell'abbandono dei bambini nella foresta per farli morire di fame.



lunedì 17 marzo 2014

Tùrin Turambar

Ed eccoci alla più triste, lunga, complicata storia del Silmarillion.
Credevo che la storia di Beren e Lùthien meritasse questi aggettivi...ma non avevo ancora letto questa.
Sappiamo che Tolkien ha continuato a rimaneggiare le storie del Silmarillion per circa 60 anni, facendole più corte, più lunghe, più complicate, meno complicate. E su alcune storie è intervenuto più che su altre. Questa è una delle più tormentate da questo punto di vista, e oltre a questo, è una storia che narra le vicende di un Uomo, un uomo molto speciale, certo, ma comunque dà da pensare che la storia più lunga del Silmarillion, che è sostanzialmente la storia degli Elfi, sia dedicata ad uno dei Figli Minori di Ilùvatar.

I discendenti di Hador Lòrindol che partecipano alla Nirnaeth Arnoediad sono Huor e Hùrin.
Huor viene ucciso in battaglia, e Tuor, il figlio che ha con Rìan, della Casa di Beor, viene cresciuto dagli Elfi Grigi del Mithrim, perché la madre si uccide dalla disperazione.
Hùrin invece, l'abbiamo lasciato alla fine della battaglia in ceppi accanto a Morgoth, e suo figlio Tùrin, avuto con Morwen, sempre della Casa di Beor e cugina di Rìan, viene mandato da Re Thingol perché ne abbia cura, in quanto parente di Beren.*
La storia di Tùrin è condizionata dalla maledizione di Morgoth. Hùrin ha osato farsi beffe di lui, e la vendetta di Morgoth è terribile, è una tortura psicologica, sarà costretto a vedere e a sentire con le orecchie di Morgoth, la rovina della sua discendenza. Morgoth non sopporta di essere preso in giro perché lui si è il Signore dei Destini di Arda.
Poi Morwen partorisce un'altra figlia di Hùrin: Nìenor. Ma mentre Tùrin cresce nel Doriath, la madre e la sorella rimangono nel Dor-lòmin.
Le donne all'inizio di questa storia sono vedove o comunque sole (Rìan e  Morwen). La sorella di Tùrin, si chiama Nìenor, cioè lutto. Nome che richiama alla mente Nienna, entrambe sono associate alle lacrime. Prima della Nirnaeth Arnoediad, Tùrin aveva un'altra sorella che si chiamava Lailath, cioè Riso. Lailath muore a tre anni. Le due sorelle di Tùrin, Riso e Lutto rispecchiano le due fasi della vita di Tùrin, la prima fase felice ma molto breve, e la seconda più lunga e triste.
Un giorno Tùrin, non avendo più notizie dai messaggeri, chiede a Re Thingol cotta e spada, si mette l'Elmo di Drago - il cimelio della Casa di Hador - e va a cercare la madre e la sorella che non ha mai visto. Dopo tre anni di vita di battaglie nella selva come compagno di Beleg Cùthalion, si ripresenta a Menegroth scarmigliato e con le vesti logore. Saeros, un consigliere del Re, insulta lui e le donne dello Hithlum perché ne è geloso. Tùrin è anche vittima di un'imboscata, e mentre si difende e attacca, Saeros fugge, precipita in un dirupo e muore.
Questo è il primo fatto tragico della vita di Tùrin, ma è un'uccisione del tutto involontaria. Tuttavia Tùrin scappa, credendo che Re Thingol sia in collera con lui. Tùrin si dà il nome di Neithan, l'Offeso, e anche se in realtà non è stato condannato da nessuno, decide di vivere con una banda di fuorilegge. In questo periodo compie azioni crudeli contro Elfi e Uomini.
Beleg va a cercarlo, ma si imbatte nella sua compagnia di fuorilegge che lo catturano, lo legano e lo trattano assai crudelmente. A quel punto Tùrin, preso dal rimorso per le azioni dei suoi compagni, libera Beleg e rinuncia al saccheggio contro chiunque, salvo i servi di Angband.
Beleg lo invita a tornare nel Doriath, ma Tùrin non vuole. Quindi Beleg, dopo essere tornato da Re Thingol a riferire della decisione di Tùrin, chiede in dono una valida spada per tornare dal suo amico. Thingol gli fa scegliere la spada che preferisce, eccetto la sua personale, Aranrùth. Beleg sceglie Anglachel, fatta da Eol, l'Elfo Scuro.
Ma come Thingol tese l'impugnatura della spada a Beleg, Melian ne sogguardò la lama e disse: C'è malvagità in quest'arma. In essa sta ancora il cuore tenebroso del fabbro. Essa non amerà la mano che la impugna; né starà a lungo con te.
Hey, ma questa è Melian, giusto? C'è qualcuno in sala che le dà ascolto? No, eh? Vabbè. Passiamo oltre.
Melian vuole comunque fare un dono a Beleg, e gli dona il lembas, il maggior favore che Melian potesse fare a Tùrin, ché gli Eldar mai prima avevano permeso agli Uomini di usare di quel viatico, e ben di rado lo fecero in seguito.

Nel frattempo Tùrin incappa in Mim il Nano, e dopo un altro tragico "incidente", dove uccide il figlio di Mim, Tùrin va a vivere nella dimora di Mim, la casa nascosta su Amon Rudh. E bisogna dire che Mim il Nano, personaggio molto strano per il suo odio e diffidenza verso tutte le altre popolazioni, Orchi come Elfi, prende abbastanza bene la cosa, accogliendo in casa sua colui che ha ucciso suo figlio.
A differenza dell'omicidio di Saeros, dove effettivamente Tùrin non ha alcuna colpa - in fondo Saeros gli aveva fatto un'imboscata e aveva tutte le intenzioni di ucciderlo - qui c'è l'elemento avventatezza, Tùrin scaglia una freccia nel buio contro dei nani che scappano, senza sapere chi sono e che intenzioni hanno.
Sappiamo che su Tùrin grava la maledizione di Morgoth, ma a volte viene da chiedersi se anche le scelte di Tùrin siano particolarmente sbagliate, che ci metta del suo.

Dopo aver passato un certo periodo di tempo con Mim, ed aver ascoltato le sue storie, un giorno d'inverno al tramonto, una figura incappucciata si presenta tra loro, si tratta di Beleg Cùthalion, che finalmente ritrova il suo amico Tùrin.
In questo periodo le gesta di Tùrin, che si è rimesso l'Elmo di Hador, giungono fino a Morgoth, e Tùrin si nomina Gorthol, Il Terribile Elmo.
Purtroppo Mim viene catturato dagli Orchi, che lo costringono a rivelare dove si trova Tùrin. Attaccati dagli Orchi, Beleg è ridotto in fin di vita e Tùrin catturato.
In questo caso, Tùrin avrebbe potuto mantenere un profilo un po' più basso, perché è abbastanza ovvio che scorrazzare in giro uccidendo Orchi e chiamandosi Il Terribile Elmo avrebbe attirato l'attenzione di Morgoth.
Ad ogni modo, Beleg si mette all'inseguimento degli Orchi e incontra Gwindor, l'elfo che era stato catturato alla Nirnaeth Arnoediad, che era riuscito a scappare dalla prigione di Angband. I due ritrovano gli Orchi, e trovano Tùrin impastoiato mani e piedi e legato ad un albero secco. Tùrin è addormentato, Beleg lo libera, ma mentre sta tagliando le funi che lo legavano, la spada Anglachel scivola e lo ferisce ad un piede. Tùrin, risvegliato improvvisamente, credendo che fossero ancora gli Orchi che venivano a torturarlo, riesce ad impadronirsi della spada e uccide Beleg nel buio.
Questo è uno dei momenti più tragici, e ancora una volta Tùrin non ha nessuna colpa.
Tùrin è come impazzito dal dolore e Gwindor lo guida fino alla Eithel Ivrin, una sorgente magica che lo guarisce dalla follia, poi vanno assieme nel Nargothrond.

Gwindor, che era partito giovane e forte, non viene riconosciuto a Nargothrond dal suo popolo. Solo Finduilas, figlia di Orodreth, che l'aveva amato, lo riconosce. Tùrin chiede a Gwindor di non rivelare il suo nome, e si presenta come Agarwaen figlio di Umarth, che significa L'Insanguinato, figlio di Malasorte. Anche in questo caso il nome che si dà Tùrin è piuttosto significativo, in più di un aspetto. Primo, decidere di chiamarsi l'Insanguinato - riferimento al sangue versato di Beren - anche dopo aver bevuto alla fonte del riso perenne, denota una certa caparbietà. Avrebbe potuto considerarsi purificato, ad esempio. Secondo, l'orgoglio di Tùrin gli impedisce ancora di tenere un basso profilo...se avesse voluto veramente nascondersi avrebbe potuto scegliere un nome meno rivelatore, una Silmarillionaire ha giustamente detto "e magari chiamarsi Sam figlio di John?". Sembra quasi che Tùrin voglia autocelebrarsi e sottolineare che è maledetto dal destino.
Tra gli Elfi, Tùrin si guadagna rispetto e amore, e viene chiamato Ardanedhel, cioè Elfo-Uomo, perché fisicamente è molto simile a loro: alto, bello, con i capelli scuri e gli occhi grigi. E viene chiamato anche Mormegil, cioè Spada Nera, perché possedeva la spada Anglachel che viene riforgiata per lui e chiamata Gurthang, cioè Ferro di Morte.
Finduilas, intanto, si innamora di Tùrin, e Gwindor la mette in guardia
attenta! Non si confà ai figli Maggiori di Ilùvatar contrarre matrimonio con i Minori

e le rivela la sua vera identità. Finduilas risponde: Tùrin figlio di Hùrin non mi ama. Né mi amerà. Tùrin in effetti è troppo preso da se stesso, e non si accorge neanche di lei.
Saputo chi è, Orodreth lo fa oggetto di grandi onori e lo tiene in grande considerazione.

Gli Elfi del Nargothrond affrontano la guerra e, su consiglio di Tùrin, costruiscono un enorme ponte davanti alle Porte di Felagund per far passare velocemente l'esercito.
Morwen e Nìenor intanto lasciano il Dor-lòmin per cercare Tùrin, ma non lo trovano nel Doriath. Tuttavia lì rimangono ospiti di Melian e Thingol.
Arrivano due messaggeri nel Nargothrond, Gelmir e Arminas, due Elfi che vivono con Cìrdan il carpentiere, con un messaggio da parte di Ulmo: un grande pericolo minaccia il Nargothrond. Chiudete le porte della fortezza e distruggete il ponte per impedire che il male entri. 
Tùrin non vuole a nessun costo dare retta ai loro consigli, mostrando ancora il suo orgoglio e la sua caparbietà. Così Morgoth manda il suo esercito con il drago Glaurung, e Nargothrond viene distrutta e saccheggiata.
Tùrin va a sfidare il drago, ma questi lo paralizza con lo sguardo e gli rivolge parole di scherno
Perverse sono state tutte le tue azioni, rampollo di Hùrin. Ingrato figlio adottivo, bandito, uccisore del tuo amico, ladro d'amore, usurpatore di Nargothrond, capitano imprudente, traditore del tuo sangue. Quali schiave, tua madre e tua sorella vivono nel Dor-lòmin, in miseria e angustie. Tu sei abbigliato come un principe, loro vestono di stracci. E bramano te, ma tu non te ne curi...
Una bella sfilza di improperi al nostro povero Tùrin, che sotto l'effetto ottenebrante dell'incantesimo, va a cercare la madre e la sorella - anche se aveva appena promesso ad un Gwindor morente di salvare Finduilas - nel Dor-lòmin. Ovviamente non le trova, ma scopre che si sono rifugiate nel Doriath, e reputandole al sicuro torna sui suoi passi per andare finalmente a recuperare Finduilas. Arriva stremato e scopre che è troppo tardi: Finduilas è morta. Tùrin si fa portare alla sua tomba e lì piomba ancora in una tenebra di dolore. Viene soccorso dai boscaioli, e assume il nome di Turambar, Padrone della Sorte. Questo è l'ultimo nome che si dà, ed è significativo perché anche Morgoth dice di essere il Signore dei Destini di Arda.

Morwen, saputo della sorte di Nargothrond, va alla ricerca di Tùrin, e Nìenor la segue. Incontrato Glaurung, che le aspettava sul colle Amon Ethir, Morwen è dispersa e in seguito mai più giunse notizia attendibile, mentre Nìenor ne incontra gli occhi e viene ammaliata con un incantesimo di oblio. Non solo Nìenor non ricorda tutto ciò che è avvenuto, ma non ricorda neanche il suo nome e il nome delle cose, e non riesce a muoversi di propria volontà. Viene trovata da Mablung, l'Elfo che faceva loro da scorta, e assieme cercano di tornare nel Doriath. Proprio quando stanno per arrivare vengono assaliti da una banda di Orchi. Nìenor recupera vista e udito e fugge nel bosco...resa folle dalla paura, più ratta di un daino, e correndo si stracciò le vesti fino a rimanere nuda...Mablung non la trova più, e torna da Re Thingol sconfitto, la trova però Turambar.
Non sapendo il suo nome, e lei non essendo in grado di dirglielo, la chiama Nìniel, Fanciulla in Lacrime.
Dopo tre anni Turambar e Nìniel si sposano, ma la loro felicità non dura molto, perché giunge la notizia che Glaurung è di nuovo in movimento. Turambar parte con Dorlas e Hunthor, e Nìniel lo segue.
Trovato il drago, Turambar riesce a conficcargli la spada nel ventre. Mentre tenta di recuperare la spada, il sangue velenoso di Glaurung gli brucia la mano, e proprio in quel momento Glaurung riapre gli occhi e guarda Turambar, che piombò in un buio deliquio e giacque come morto.
Così lo trova Nìniel, e con l'ultimo respiro Glaurung le si rivolge dicendole che Turambar è Tùrin, suo fratello:
Salute, Nìenor figlia di Hùrin. Ecco che ci si rivede prima della fine. Ti dò la bella notizia che hai finalmente trovato tuo fratello...
 Nìniel si getta nelle acque furiose della Cabed-en-Aras dalla disperazione
Addio, due volte amato! A Tùrin Turambar turun ambartanen: dominatore della sorte dominato dalla sorte! Felice tu che sei morto!
Ma Tùrin si risveglia, ed appresa la notizia di Nìniel che in realtà era Nienor, e della sorte di Morwen dispersa, si rivolge alla sua spada, Gurthang - che inaspettatamente gli parla - e gli chiede di ucciderlo
Tùrin piantò l'impugnatura nel terreno e si gettò sopra la punta di Gurthang, e la lama nera gli sottrasse la vita.
e così finisce la triste storia di Tùrin figlio di Hùrin.


* Beren è figlio di Barahir, che è il fratello di Bregolas, il nonno di Morwen (vedi albero genealogico)

sabato 15 marzo 2014

La quinta Battaglia, Nirnaeth Arnoediad

Dopo la scelta di Lùthien di rinunciare all'immortalità e di vivere con Beren, essi vivono in Tol Galen, l'isola verde nel mezzo dell'Adurant, ma ben pochi li incontrarono e nessuno sa quando morirono e dove sono sepolti. In quest'isola nasce Dior Aranel il Bello, noto anche come Dior Eluchìl, cioè erede di Thingol.
Durante questa terza ed ultima fase della loro vita insieme nei boschi, avvertiamo un senso di pace...se ne andarono soli, non temendo né sete né fame...ora tutti i problemi, i pericoli da affrontare e le prove sono finiti.

Intanto uno dei figli di Feanor, Maedhros, pensa sia giunto il momento di affrontare Morgoth, e cerca di formare una confederazione di tutti i nemici di Morgoth per attaccarlo.
Purtroppo Maedhros non trova molti alleati, o non quanti ne servirebbero, a causa del giuramento di Feanor e delle conseguenze nefaste che finora ha causato.
Orodreth - fratello di Finrod Felagund e Re di Nargothrond - si rifiuta di seguire un figlio di Feanor, quindi da Nargothrond parte solo un numero ridotto di elfi al seguito di Gwindor.
Anche il Doriath non risponde all'appello, perché a Re Thingol viene intimato di restituire il Silmaril, ma lui pensando a tutto quello che Lùthien e Beren hanno passato per prenderlo e - guarda un po' - perché più contemplava il Silmaril, più desiderava di tenerselo per sempre, risponde picche.
Mablung e Beleg, soli, partono dal Doriath, ma si uniscono all'esercito di Finrod (come del resto gli Elfi di Nargothrond).
Per fortuna i Naugrim (Nani) vengono in aiuto, e tra gli Uomini partono Bòr e Ulfang.
Fingon, da sempre amico di Maedhros, raduna altri Elfi e gli Uomini della Gente di Haleth.

Quindi, il giorno convenuto, da Oriente giungono i figli di Feanor e da Occidente Fingon, Re Supremo dei Noldor. A sorpresa Turgon si presenta con diecimila guerrieri, e 
quando Fingon udì da lungi la grande tromba di Turgon suo fratello, l'ombra che lo aveva aduggiato sparì e il cuore gi si allargò ed egli gridò a gran voce Utùlie'n aure! Aiya Eldalie ar Atanatàri, utùlien'n aure! Il giorno è venuto...E tutti coloro che ne udirono la forte voce risposero gridando: Auta i lòme! La notte sta per finire.

L'esercito di Morgoth si avvicina, ma gli eserciti di Fingon e Maedhros non l'attacca, allora due cavalieri di Morgoth vanno a parlamentare trascinandosi Gelmir figlio di Guilin, Signore del Nargothrond che avevano catturato nella battaglia precedente e accecato. Davanti agli occhi del fratello Gwindor, gli tagliarono mani e piedi e gli spiccarono la testa dal busto.
A questo punto i Noldor attaccano furiosamente, ma vengono sterminati, mentre Gwindor viene catturato vivo.
La battaglia infuria, e forse gli Elfi avrebbero potuto vincere se tutti fossero stati leali. Infatti nonostante i lupi, Balrog e Glurung il grande verme, senza il tradimento dei figli di Ulfang, l'esercito di Maedhros non sarebbe stato disperso.
Gli ultimi a resistere sono i Nani di Belegost, che sfidano Glaurung e gli piantano un coltello nel ventre.
Gothmog, Signore dei Balrog attacca Fingon, e così cadde il Supremo Re dei Noldor.
La battaglia era perduta, ma Hùrin dice a Turgon di salvarsi perché in lui vive la speranza degli Eldar, questa è la profezia di Hùor: dalla tua Casa uscirà la speranza di Elfi e Uomini, e infatti da Tuor, figlio di Huor (Uomo) e Idril, figlia di Turgon, nascerà Earendil.
Hùrin viene catturato e portato ad Angband.
I superstiti fuggono da Cìrdan e prendono le navi per fuggire, tra di loro c'è Ereinion, o Gil-galad, figlio di Fingon.

Morgoth ora è ossessionato da Turgon, che è riuscito a sfuggirgli, ed è ora il Re dei Noldor
e Morgoth temeva e odiava la Casa di Fingolfin perché questa godeva dell'amicizia di Ulmo, suo nemico, e a causa delle ferite che Fingolfin gli aveva inferto con la propria spada
Morgoth tenta di corrompere Hùrin perché sapeva essere amico di Turgon, ma Hùrin non cede e, anzi, si fa beffe di lui. E allora Morgoth maledice lui e la sua discendenza e lo mette ai ceppi, costringendolo a vedere coi suoi occhi e sentire con le sue orecchie la rovina della sua stirpe.

domenica 9 marzo 2014

Beren e Lùthien

La storia di Beren e Lùthien è molto lunga, complicata e densa di avvenimenti, proviamo a fare un riassunto...

Beren, unico sopravvissuto della sua compagnia ad un attacco degli Orchi, dopo aver seppellito le ossa di suo padre Barahir, pronuncia un giuramento di vendetta.
Scovati gli Orchi, uccide il capitano e recupera l'anello che Felagund aveva donato a Barahir. Dopo aver vagato per quattro anni superando innumerevoli ostacoli e tutti gli inganni che Melian aveva teso attorno al Regno di Thingol - come Melian aveva predetto - Beren entra nel Doriath.
Qui vede Lùthien nel bosco e cade preda di un incantesimo; anche Lùthien, quando lo vede, si innamora di lui. Re Thingol scopre che uno straniero è entrato nelle sue terre, Lùthien lo porta al suo cospetto e lo presenta come Beren, figlio di Barahir, Signore di Uomini, possente avversario di Morgoth, il racconto delle cui gesta è cantato persino tra gli Elfi.
Beren mette subito in chiaro che non ha alcuna intenzione di rinunciare a Lùthien, e Thingol - che non può ucciderlo per il giuramento che aveva fatto in precedenza - pensa bene di sbarazzarsene chiedendogli di compiere un'impresa disperata: recuperare un Silmaril dalla corona di Morgoth.
Melian fa notare a Thingol che la sua trovata sarà un male, che Beren fallisca o che porti a compimento l'impresa. Thingol è, come al solito, sordo ai moniti e alle premonizioni di sua moglie.
Beren, prima di andare ad Angband, va a cercare Re Finrod Felagund per chiedergli di ripagare il debito di assistenza che aveva con suo padre.
Partono quindi assieme con altri dieci compagni. Arrivati agli altopiani di Taur-nu-Fuin, Sauron li scorge, ed ha luogo la contesa tra Sauron e Felagund. Felagund ingaggia una tenzone di canti di potere, ma Sauron prevale e Beren e Felagund vengono imprigionati.
Nel momento in cui Sauron gettò Beren nella voragine, una morsa di orrore serrò il cuore di Lùthien; e, recatasi da Melian per chiederle consiglio, apprese che Beren giaceva nelle segrete di Tol-in-Gaurhoth senza speranza di salvezza.
Lùthien decide di fuggire dal Doriath per andare a salvarlo, ma Thingol scopre i suoi piani e la imprigiona in una casa di legno sull'albero più alto della foresta di Neldoreth: Hìrilorn.
Lùthien riesce a fuggire dalla casa su Hìrilorn facendosi crescere i capelli e tessendo un abito nero che conteneva un incantesimo di sonno. Con le ciocche rimaste intrecciò una corda che lasciò penzolare dalla finestra.
Le guardie piombano in un sonno profondo e Lùthien scappa avvolta nel mantello ombroso.
Casualmente Celegorm e Curufin sono a caccia col cane Huan, un cane proveniente dal Reame Beato che Orome ha donato a Celegorm. Su di esso pesa una sorte funesta: sarebbe morto scontrandosi con il più forte lupo che mai avesse scorso il mondo. Huan trova Lùthien e la porta al suo padrone. Lùthien, apprendendo che ha incontrato dei principi dei Noldor, si rivela togliendosi il mantello...e Celegorm se ne innamora immediatamente. Tuttavia Celegorm tradisce Lùthien perché vuole imprigionarla e costringere Thingol a concedergliela in sposa dopo la morte di Beren e Re Felagund, che egli considera cosa certa, e si proponevano di rimandare la riconquista dei Silmaril, con l'astuzia o con la forza, e di non permettere ad altri di farlo finché non tenessero nelle proprie mani le chiavi di tutti i regni degli Elfi.
E' Huan a togliere Lùthien dai guai, aiutandola a fuggire e dandole consigli, perché Huan ha la facoltà di parlare tre volte prima di morire.
Beren e Felagund sono ancora prigionieri, e Sauron ad uno ad uno uccide tutti i suoi prigionieri con i lupi mannari. Avendo deciso di tenere per ultimo Felagund, manda il mannaro a divorare Beren. A quel punto Felagund combatte contro il mannaro, salva Beren ma rimane ferito mortalmente. Proprio in quel momento arriva Lùthien e intona un canto che nessun muro di sasso poteva attutire, la sente Beren e la sente anche Sauron, il quale pensa di catturarla e consegnarla a Morgoth.
Sauron combatte contro Huan e contro Lùthien, ma viene sconfitto e Lùthien assunse la signoria dell'isola e di tutto quanto era in essa. Tutti i prigionieri vengono liberati e Lùthien e Beren seppelliscono il corpo di Felagund.
Beren e Lùthien, nuovamente liberi, vagano per i boschi e Huan torna dal suo padrone che nel frattempo è stato cacciato da Orodreth (fratello e successore di Felagund).
Celegorm e Curufin incontrano Beren e Lùthien e cercano di uccidere Beren. Grazie anche all'aiuto di Huan, che è fedele al suo padronema anche leale e giusto, si salvano e prendono il coltello Angrist da Celegorm.
Beren tenta di andare da solo a recuperare il Silmaril, ma Lùthien non è tipo da rimanere a casa a fare l'angelo del focolare e lo raggiunge
Beren allora si rese conto che Lùthien non poteva essere preservata dalla sorte che pesava su entrambi, e più non tentò di dissuaderla
Lùthien si presenta a Morgoth e intona un canto facendo cadere nel sonno tutta la corte, mentre Beren si intrufola sotto il suo seggio in forma di lupo. Quindi con Angrist toglie un Silmaril dalla corona di ferro. La radianza del gioiello sgorgò attraverso la sua viva carne, e la mano gli divenne quale una lampada accesa; ma il gioiello ne tollerò il contatto e non gli fece male.
Purtroppo Beren tenta di prendere anche gli altri due Silmaril, ma Angrist si spezza, un frammento della lama colpisce Morgoth sulla guancia e lo sveglia. Mentre scappano Carcharot, lo spirito divorante chiamato anche Fauci Rosse, Anfauglir e Mascelle Bramose divora la mano di Beren con il Silmaril.
Avere ingoiato il Silmaril lo rende pazzo di dolore, mentre Beren giace in fin di vita per il veleno delle sue zanne. Lùthien aspira il veleno con le poche forze che le rimangono, e in quel momento arrivano tre aquile che li portano via.
Lùthien riesce a curare Beren, da allora chiamato Erchamion, il Monco. Dopo aver vissuto nei boschi per un po', tornano da Re Thingol e raccontano tutte le loro avventure, così finalmente il Re dà il consenso al matrimonio.
Anche Carcharot, nella sua pazzia è arrivato nel Doriath. Beren, Thingol, Huan, Mablung e Beleg vanno a cacciarlo.Beren e Huan uccidono Carcharot ma vengono feriti mortalmente e poi Mablung gli apre la pancia e trova la mano di Beren ancora intatta e il Silmaril. Mablung mette il Silmaril nella mano rimasta di Beren: dal tocco del Silmaril Beren viene resuscitato
Ora sì che la Cerca è compiuta
Beren muore poco dopo e Lùthien promette di dargli l'ultimo saluto sulle sponde del Mare Esterno, dove vanno gli Uomini. Poi Lùthien va nelle aule di Mandos e intona un canto meraviglioso e triste.
Mandos è talmente commosso che convoca Beren ed essi si reincontrano al di là del Mare Occidentale. Dato che Mandos non ha il potere di trattenere gli spiriti degli Uomini, va da Manwe Signore dei Valar, a chiedere consiglio.
Lùthien ha così la facoltà di scegliere se andare a vivere tra i Valar senza Beren o tornare nella Terra di Mezzo con Beren diventando mortale. Naturalmente Lùthien sceglie la seconda alternativa, e grazie alla sua scelta le Due Stirpi si sono congiunte.

* * *

Impossibile non riconoscere alcuni elementi da favola e leggenda in questa storia: all'inizio la compagnia di Barahir che vive nei boschi da fuorilegge con i suoi dodici compagni, perseguitato da Morgoth, ricorda molto Robin Hood e i Merry Men; Lùthien che si fa crescere i capelli per scappare dalla casa sull'albero ricorda Raperonzolo. Le differenze stanno, nel primo caso, nel fatto che la compagnia braccata da Morgoth non è affatto merry, ma fa una vita piuttosto dura e alla fine vengono uccisi dagli Orchi; e nel secondo caso, Lùthien non è, come Raperonzolo, la principessa che aspetta di essere salvata dal principe, ma usa la sua treccia per scappare e va a sfidare Sauron.

Ci viene detto che questa storia è tratta dal Lai di Leithian, cioè Liberazione dal Servaggio, ci sono in effetti moltissimi imprigionamenti ed evasioni. Lùthien viene imprigionata due volte, Beren, Felagund, Gorlim (uno della compagnia degli Uomini all'inizio). Tutti vogliono essere liberati, e anche il finale, con Lùthien che sceglie la mortalità può essere interpretato come liberazione. Che l'immortalità sia considerata una condanna, una catena?

L'incontro tra Beren e Lùthien ricorda prima di tutto quello tra Melian e Thingol, e guardando avanti Arwen e Aragorn. Incantamento, amore a prima vista.


L'incontro tra Beren e Thingol è invece molto diverso: Thingol sembra avere completamente dimenticato che a lui stesso è successa la stessa cosa quando ha incontrato Melian, e che essendo lei una Maia e lui un Elfo, si potrebbe obiettare che anche lui era inferiore alla sua sposa. Quindi quando incontra Beren si rivolge a lui con disprezzo, usa la parola mortale in senso dispregiativo: Che vai cercando tu qui, infelice mortale...
Melian, che ha il dono della preveggenza, viene totalmente ignorata da Thingol. Anche se lei prova a metterlo in guardia e a suggerire un timido "te l'avevo detto" lui ribadisce che non ha alcuna intenzione di rinunciare a Lùthien.

Altro tema ricorrente è quello dei giuramenti. Tutte le azioni dei protagonisti sono dettate da giuramenti e promesse, e non sempre questi giuramenti portano a cose buone, anzi, a partire dal giuramento di Feanor che abbiamo visto tempo fa, una serie di sventure e catastrofi ne sono diretta conseguenza. In effetti nel Signore degli Anelli, Re Elrond dirà alla compagnia dei nove di non giurare...adesso sappiamo perché gli Elfi non amano i giuramenti!

In questa storia abbiamo il giuramento di Felagund di prestare assistenza a Barahir e alla sua stirpe; il Giuramento di Beren di vendicare suo padre; il giuramento di Thingol di non fare del male a Beren (fatto prima che Beren fosse effettivamente arrivato).

Abbiamo visto che ad un certo punto Beren si rende conto che Lùthien non può essere fermata, anche se solo per proteggerla, e questo si vede anche nella fuga di Lùthien dalla casa sull'albero per andare a salvare Beren. Lùthien semplicemente non può essere tenuta prigioniera, è la figlia di Melian dopotutto, e Thingol che pensa di poterla fermare e tenere sottochiave è un altro segno della sua poca comprensione. Lùthien è decisamente il personaggio femminile più forte, bello, complesso e a tutto tondo di Tolkien.

Celegorm e Curufin, i figli di Feanor, sono dei personaggi negativi e ambigui, forse anche dei codardi. Sembra non abbiano alcuna intenzione di andare a recuperare i Silmaril, tutto quello che fanno è cercare di impedire agli altri di recuperarli.

Il rapporto tra Beren e Lùthien è fatto di Amore, sacrificio e devozione, le stesse caratteristiche del rapporto tra Sam e Frodo (con le dovute differenze), anche Frodo, come Beren, si rende conto che non può fermare Sam quando decide di seguirlo e proteggerlo.

lunedì 3 marzo 2014

La Rovina del Beleriand e l'Uccisione di Fingolfin

A quattrocentocinquantacinque anni dall'arrivo di Fingolfin, e alla sesta generazione degli Uomini, Morgoth sferra un terribile attacco, la Battaglia della Fiamma Improvvisa.
Morgoth non valuta bene le forze dei suoi nemici, e in questo si può tracciare un parallelismo con Sauron ne Il Signore degli Anelli, dove viene definito un wise fool da Gandalf. Come tutti i cattivi in Tolkien, Morgoth non è un grande tattico. Come nella battaglia precedente utilizza il drago, Glaurung, anche se non è ancora pronto, qui ha un enorme potenziale ma non sembra essere in grado di sfruttarlo completamente. La sua arroganza e il suo sentirsi superiore non è totalmente sbagliata, in effetti è più forte. Il suo problema è la mancanza di immaginazione, cioè immaginare di quello che sono capaci gli Uomini e gli Elfi. Gli Elfi sono sottovalutati, e gli Uomini addirittura neanche considerati. 

Dall'altro lato gli Elfi avrebbero dovuto essere più accorti e realisti, ed aspettarsi un attacco, invece esitano, come i Valar. Rimandano perché vogliono prolungare il periodo di pace e non affrontare una guerra lunga, dura e che causerebbe molte morti.
La loro strategia sembra essere quella di nascondersi invece di combattere, e questo è proprio il consiglio che Ulmo da a Turgon e Finrod. Melian erige protezioni ancora prima dell'arrivo dei Noldor. Infatti questa strategia paga, perché questi tre regni - Gondolin, Nargathrond e il Doriath - non vengono distrutti.

Moltissime perdite tra le fila di Elfi e Uomini dunque in questa terribile battaglia, e la più grossa è quella di Fingolfin, che sfida Morgoth a duello
Allora a Fingolfin parve di antivedere la totale rovina dei Noldor e l'irrimediabile sconfitta di tutte le loro casate; e, in preda all'ira e alla disperazione, balzò sul suo grande cavallo Rochallor e partì tutto solo, che nessuno avrebbe potuto trattenerlo. Passò per  il Dor-nu-Fauglith come un vento tra la polvere, e chiunque lo vide sfrecciare fuggì sgomento, persuaso che si trattasse di Orome in persona: ché una spaventosa, folle rabbia lo aveva invaso, al punto che i suoi occhi splendevano come quelli dei Valar. E così giunse solo ai cancelli di Angband, e soffiò nel corno, e picchiò ancora e ancora alle porte di bronzo, sfidando Morgoth a uscire e ad affrontarlo a singolar tenzone. E Morgoth uscì.
Prima di venire ucciso, Morgoth viene colpito sette volte e Fingolfin riesce a tagliargli un piede con Ringil.

Moltissime perdite sia tra gli Uomini che tra gli Elfi. Finrod Felagund viene salvato da Barahir e prima di ritirarsi nella sua fortezza a Nargothrond giura di prestare aiuto e soccorso a Barahir e a quelli del suo sangue in ogni momento di bisogno, e in pegno di tale promessa diede il suo anello a Barahir.

Hurin e Huor, figli di Galdor, in una battaglia contro gli Orchi vengono salvati dall'intervento di Ulmo che fa salire la nebbia e da Thorondor, Re delle Aquile, che li scorge e li porta a Gondolin. Da qui se ne andranno come sono venuti, con il taxi Thorondor, e promettendo di tenere segreto tutto ciò che avevano visto a Gondolin.