mercoledì 30 ottobre 2013

Ci siamo o ci facciamo?

Quando ho letto questo post di noisette* che parlava delle ripetizioni estive, con le bestiate che gli insegnanti dicono agli alunni, e che questi candidamente ripetono perché giustamente convinti di quello che dicono, oppure quello che non dicono e dovrebbero...mi sono chiesta: ma ci sarà da fidarsi? 
Voglio dire, gli alunni tendono sempre a dare la colpa a qualcun altro delle loro mancanze. 
Io ad esempio, regolarmente correggo la pronuncia del verbo to live [liv] che tutti si ostinano a pronunciare   "laiv". 
Di solito danno la colpa all'insegnante che mi ha preceduto.

All'inizio mi indignavo e pensavo tra me e me che le mie colleghe erano veramente delle incompetenti, e che non si può andare in giro ad insegnare tali strafalcioni. Poi mi è venuto il sospetto che qualcuno ci marciasse. Ho persino fatto un pensierino su chissà cosa diamine diranno gli ho detto io, una volta cambiato ordine di scuola o prof.

Ad ogni modo queste sono le cose uscite dalla bocca di un "innocente" durante le mie ripetizioni estive:

Round One:

-Ma Isadora, tu però non studi, guarda qui, il libro di testo è intonso!
-Non è vero, non facevamo mai un tubo in classe, la madrelingua parlava e basta (da sola a quanto pare, nessuno la seguiva) e la prof ci dava da leggere il dialogo e basta, senza fare gli esercizi, e intanto lei scriveva le sue cose!! (Tutta l'ora. Immagino solo una classe di decenni abbandonata a se stessa senza nessun controllo quanto leggesse e rileggesse il dialogo...)

Round two:
-Attenta Isadora, che qui devi mettere il verbo alla terza persona singolare...
-Sì sì, lo so (modalità pappagallino ammaestrato). Alla terza persona singolare dobbiamo fare il plurale

(a me cominciano a fumare le orecchie) rispondo con un giro di parole che riassunto significa: cazzo dici? Indignata e anche un po' alterata le dico che non può dirmi che fa il verbo plurale (poi ci credo che non riescono a distinguere il verbo dall'aggettivo e il pronome dal nome etc.)

Isadora insiste, e mi fa l'esempio di watch-watches (esempio calzante, infatti può essere sia un sostantivo che un verbo :-/ )

Ribatto che se dice una cosa del genere alla prof prende tre

-Ma l'ha detto lei!!!!!! (la prof, that is)

Si potrebbe controbattere che in effetti è così, cioè le regole della formazione del plurale e della terza persona singolare del verbo sono uguali, perché sempre di aggiungere una "s" si tratta, ed essendo le regole dovute a motivi di pronuncia (provate ad aggiungere un'altra "s" ad una parola che finisce con "s" e vi rendete conto), ma la questione è molto diversa da dire "alla terza persona dovete fare il plurale". The question is: cosa ha veramente detto la prof e che cosa hanno capito le tenere menti?

L'opinione della collega Capitanomiocapitano (che per me è la luce), è: io non credo ad una sola parola che esce dalle bocche di quei disperati (termine edulcorato per l'occasione).

*abbi pazienza, le reazioni sono quelle da bradipo, lo so e mi cospargo il capo di cenere

venerdì 25 ottobre 2013

Pare, si mormora...


Pare che Gino Paoli abbia scritto Sapore di Sale riferendosi a una ragazza che aveva fatto un trattamento decisamente mal riuscito con i sali del Mar Morto. Evitate figuracce sonore e fatevi coccolare dai professionisti del benessere sulla Riviera Romagnola.
 Oggi va così. Copio e incollo.

Genio della pubblicità


Si dice che fu Enrico VIII a inventare il pacchetto bellezza: aveva bisogno di ottimizzare i tempi di preparazione delle sue otto mogli, che ogni mattina non finivano mai di incipriarsi e acconciarsi, trasformando il bagno in un vero campo di battaglia. Scopri i vantaggi di questa storica intuizione da *** Estetica. 

Questa la pubblicità di un trattamento estetico completo (pulizia del viso, ceretta  e massaggio).
Qualcuno può spiegare al genio che Enrico VIII non ha avuto otto mogli contemporaneamente? 
E in un paio di occasioni ci hanno lasciato la testa?

Ovviamente tutto questo è colpa della Scuola, che non insegna niente.

 Però se fosse stato/a bocciato/a avrebbero detto, ma tanto la Storia a cosa serve?

Remember:

Divorced, beheaded, died,
Divorced, beheaded, survived

mercoledì 16 ottobre 2013

Descrivo la mamma

La mia mamma si chiama *** e è una professoressa d'inglese.
È alta e magra.
Ha i capelli biondi e lisci e gli occhi azzurri e spesso severi.
Ha il naso e le orecchie regolari e le sopracciglia rade.
Di solito indossa i pantaloni e una felpa o maglione.
Le piace molto il cioccolato fondente è le piace fare dolci (torte ecc.).
Nel tempo libero facciamo le torte.
Secondo me è un po' troppo ansiosa nei miei confronti perché non mi lascia mai andare al parco a giocare con i miei amici.
La mia opinione su di lei è che quando mi sgrida è giusto che lo faccia perché io non faccio il bravo: e poi quando facciamo le torte mi diverto un sacco.
Le voglio bene.

Secondo voi, qual è la parte che mi ha commosso?

martedì 15 ottobre 2013

Gelo a Granburrone

Il titolo non è affatto simbolico, il fatto è che siamo senza riscaldamento a Granburrone, la caldaia è rotta.
Beh, si sarà rotta adesso e bisogna aspettare che la cambino. Negativo. E' rotta da aprile scorso (e ai più attenti di voi sarà venuto in mente che lo scorso maggio non è stato affatto caldo qui al nord).
E non si può neanche dire che il freddo di questi giorni sia un evento imprevedibile... è autunno, e - sempre qui al nord - più o meno a metà ottobre si accendono i riscaldamenti.

Tutto ciò per dire che sono estremamente contrariata (e apprezzate l'eufemismo e la mancanza di parolacce) dalla situazione, mi si sono congelate anche le dita e solo adesso che sono a casa da quattro ore, e ho già scritto le programmazioni, posso scrivere anche qui in questo blog triste e abbandonato.

E invece di eclissarsi elegantemente o di scusarsi, il sindaco è passato ieri pomeriggio (sì, perché ieri c'era pomeriggio e ci siamo sparati sette ore di Siberia) a dire che su, dai, ma avete freddo??? E vestitevi un po' di più no????
Mi fermo qui per non diventare volgare.

venerdì 4 ottobre 2013

Assassino Senza Volto

Dal sito della Marsilio Editori, apprendo che Henning Mankell ha vinto il premio Raymond Chandler 2013 per la serie di romanzi gialli con protagonista l'ispettore Wallander.
E' per questo che oggi parlo di questo romanzo del 1991, in Italia uscito nel 2001, che ho letto qualche tempo fa e riletto per l'occasione.
                                                           
Non parlerò della trama perché sarebbe un delitto forse peggiore di quello descritto nel romanzo, ma parlerò della figura dell'ispettore Wallander.
E' interessante notare come ci sia una sorta di filo conduttore che lega tutti gli ispettori di polizia di ogni latitudine.
L'ispettore è di solito single o divorziato. Wallander è stato lasciato da sua moglie Mona da poco, e il rapporto con la figlia che era idilliaco durante la sua infanzia, si è guastato irrimediabilmente ora che è cresciuta. Insomma, l'ispettore è un personaggio che spesso sacrifica la vita privata a favore della professione. Nel caso di Wallander c'è anche un padre anziano che avrebbe bisogno di più cure e attenzioni, ma anche qui latita.
Vengono in mente Morse, Petra Delicado, Rebus...
L'ispettore mangia male - è ingrassato di otto chili da quando l'ha lasciato la moglie - beve e fuma troppo, non sa neanche curare la sua salute. Ancora Rebus e Morse.
Le passioni: un grande classico, Wallander adora la musica classica e la lirica. Morse.
A prima vista, non sembrerebbe un granché. Chi vorrebbe avere a che fare con un tipo del genere? Eppure questi personaggi riescono ad accattivarsi le nostre simpatie, e seguiamo con trepidazione le loro avventure.

Dopo questa prima puntata, possiamo continuare a seguire le vicende di Wallander nei romanzi successivi, ed è in uscita l'ultima sua fatica, il 9 ottobre
                                                                

un altro consiglio per il venerdì del libro di homemademamma.