martedì 18 dicembre 2012

Open day allo scientifico

Ci si presenta alle 14,25 (inizio delle danze 14,30). Gli studenti, con la maglietta con il logo del liceo, ci danno un bigliettino colorato con orario inizio visita, noi abbiamo quello delle 14.30, evvai! Abbiamo fatto bene ad arrivare presto.
Nello spazio di cinque minuti, quando uno studente trafelato chiede quante persone hanno il biglietto con 14,30, e tutti alzano la mano, ci rendiamo conto che c'è stato un overbooking... l'aula magna è già ai limiti della capienza, dovremo aspettare il prossimo turno alle 15,00.

Prima cosa sconvolgente: i ragazzi chiedono se gentilmente potremmo aspettare il prossimo turno... io dico "sì, ok", ma sono l'unica. Tutti gli altri - genitori - dicono "No".
Come "no"?
In particolare noto una signora abbronzatissima (lampados più terra indiana/cipria/fondotinta, qualsiasi cosa sia trendy oggi) coi boccoli.

Nonostante i "no", siamo tutti fatti accomodare al piano di sopra dove ci sono le aule mentre aspettiamo il turno delle 15,00.
Tutti cambiano il loro bigliettino con uno nuovo per prossimo "spettacolo". 
Boccolosa no, lei si abbarbica al suo bigliettino "arancione-14,30" e rimane lì, proprio davanti all'entrata dove ci avevano detto di non sostare per non impedire il passaggio.

Dieci minuti dopo arrivano due studentesse che invitano il gruppo con foglietto rosa a seguirle. Non è difficile, se hai il foglietto rosa vai con loro, se hai il foglietto arancione o azzurro devi seguire altre studentesse con badge arancione o azzurro. Tutti fanno lo stesso giro, ma dividendosi in gruppi sarà più agevole la visita ai laboratori.
Ci portano al piano seminterrato a vedere il bar, tanto per aspettare il nostro turno. Passiamo di nuovo davanti all'entrata e Boccolosa, che vede movimento, dice ad uno studente che lei è lì dalle 14,30 quindi vuole aggregarsi al gruppo. Lo studente stremato le dice "allora vada pure". Quindi lei, col suo bigliettino arancione-14,30 si aggrega al gruppo rosa-15,00. 
Arrivati al bar, Boccolosa dà altri segni di impazienza e comincia a commentare "ma io non capisco perchè siamo venuti al bar", "ma dov'è l'aula magna? E' qui vicino? Ci portate voi?" 

Arriva il nostro momento: gruppo rosa-15,00 più Boccolosa arancione-14,30 (e forse altri che io non ho notato) si dirige all'aula magna. 
Again, siamo in troppi! Un prof chiede alle persone rimaste in piedi di uscire, per motivi di sicurezza e anche perché se il gruppo è troppo grande non si riesce poi ad entrare nei laboratori che dovremo vedere dopo. Il prof in questione è un insegnante di filosofia, non proprio di primo pelo, nel senso che dovrebbe incutere rispetto, e che spiega bene la situazione, si scusa del disagio, dice che sono centinaia le persone che vengono all'open day e gli spazi sono quello che sono. Dopo tutta la spiegazione con dovizia di particolari, nessuno accenna ad andarsene.
"Allora state lì, farete una visita scadente".

Alla fine procediamo, presentazione con slides e poi giro dei laboratori di scienze, lingue, informatica e biblioteca. E tutto è bene ciò che finisce bene.

Ma la morale? La morale è che anche quando sto dall'altra parte della barricata tendo a simpatizzare con gli operatori della scuola, ma cosa si fa - mi chiedo - se un genitore fa i capricci, ad una semplice richiesta dice no e non vuole sentire ragioni? 
E poi, la preoccupazione di avere dei futuri compagni di classe per mio figlio, figli di tanti genitori.

Forse mi sto preoccupando troppo... e poi non si sa se sarà lo scientifico ;-)



2 commenti:

  1. A me succede spesso di simpatizzare con i genitori se faccio il prof. E ultimamente sto assistendo a tante e tali scene assurde a scuola dei bambini, dove vado a fare il genitore, che simpatizzo sempre con le maestre. Però in ogni caso stare un po' dall'altra parte (e vale per entrambe, ovviamente) fa sempre un gran bene.

    RispondiElimina
  2. @ellegio: in effetti è vero, succede anche all'opposto. Empatia, una grande cosa!

    RispondiElimina