venerdì 28 settembre 2012

Venerdì storico

Questa settimana, per il venerdì del libro, vi propongo tre libri dello stesso autore, Edward Rutherfurd. il primo, New York
New York
 
del quale ha già parlato qualche tempo fa Michela, e che proprio per la sua recensione sono andata a leggere.
Si tratta di un romanzo che, a partire dalla storia di un olandese che viveva a New York quando si chaimava ancora New Amsterdam, e successivamente dei suoi discendenti fino ai giorni nostri, traccia la storia di questa città. Uno degli elementi che collega il tutto è una cintura wampum, indiana, che attraverso i secoli viene tramandata da padre in figlio, l'ultimo giorno di questa cronaca finisce l'11 settembre. Man mano che si procede con la narrazione si aggiungono altri personaggi e altre famiglie che con la prima si intrecciano per matrimoni, incontri, o per parentele varie. I personaggi non sono reali ma verosimili, a partire dai cognomi, dei cognomi che esistono e che fanno parte della storia di questo luogo.
Questo romanzo è molto godibile, è un bel tomo, di quelli che piacciono agli amanti della lettura.
L'unico appunto che a me è venuto da fare è che si percepisce come la cosa più importante per tutti i personaggi siano i soldi, il successo e il potere. Ma non solo i soldi, questo non basta, l'old money.
Confesso che, a me, dopo un po' viene a noia questa smania di appartenere a una certa classe sociale e di rimanervi avvinghiati con le unghie e con i denti. Però riconosco che potrebbe essere un effetto voluto dell'autore, infatti, quali sono i valori fondanti dell'America?
 
Mentre leggevo questo romanzo, mi è stato fatto notare che in casa c'erano altri due romanzi dello stesso autore, Sarum
 
Sarum
 
e I Principi d'Irlanda
 
I principi d'Irlanda
anche questi molto corposi. Ed anch'essi romanzi storici.
Sarum parla della storia dell'Inghilterra, viene scelta Sarum, la piana di Salisbury, dove si trova Stonehenge, perchè è il fulcro della storia dell'isola. Luogo fortunato per la posizione strategica, dove si incrociano cinque fiumi, e dove si sono succedute tutte le civiltà dalla preistoria ad oggi.
Qui la narrazione è più complessa, per ovvi motivi, la storia dell'Inghilterra non comincia nel 1600, ma nella preistoria. Quindi non sarebbe stato possibile utilizzare lo stesso metodo di New York, qui l'autore parla di una serie di famiglie, all'inizio ce ne sono solo due: Hwll e Akun, che vengono dal nord, e Tep, abitante della valle dei cinque fiumi.
Ogni capitolo parla di ere diverse, quindi ci sono dei salti temporali di secoli, e man mano che si procede si aggiungono nuove famiglie: i Nooma all'epoca degli henge (oggi Mason), gli Aelfwald all'epoca dei normanni (oggi Shockley), e così via.
L'origine dei nomi è interessantissima, ovviamente anche in questo caso sono personaggi fittizi.
Per quanto riguarda la narrazione, risulta meno scorrevole di New York, perchè quando ci sono i salti temporali ci vuole un po' per "ambientarsi" e capire tutti i collegamenti tra i personaggi e con la storia.
Consiglio però di tenere duro, se necessario tornare indietro per capire meglio qualche passaggio, perché alla fine ne vale la pena.

Per quanto riguarda l'ultimo che ho letto, I Principi d'Irlanda, ovviamente si tratta della storia dell'Irlanda, in particolare dell'area di Dublino, culla della civiltà irlandese, come Sarum lo è della civiltà inglese.
Stesso impianto di Sarum, abbiamo i Fergus, famiglia celta che viveva nei forti ad anello, gli Smiths, i Mac Gowan (i fabbri), gli Harold e i Doyle(vichinghi), i Walsh (mercenari).
Stesso difetto di Sarum, verso la metà si rischia di impantanarsi e si fa un po' di fatica, e stessa soddisfazione quando si è finito di leggerlo. I Principi d'Irlanda arriva fino al 1500, ma credo esista la seconda parte che non ho letto.

Questa volta i libri che vi consiglio non sono libri da week-end, bisogna prevedere un certo lasso di tempo per affrontarli.

martedì 25 settembre 2012

Il bell'Antonio

Vorrei riprendere la discussione sul famoso sex simbol che si è ridotto a parlare con una gallina...e che alcune di noi trovano, comunque, ancora un bel bocconcino.
Va detto che, si sa, la massaia media non brilla certo per acume, o per lo meno così la si vuole dipingere, vedi le varie casalinghe di Voghera (cosa avranno mai fatto per meritare il pubblico ludibrio) e via discorrendo.
Ma quando mi/ci si vuole far credere che la cottura a vapore comporterebbe una maggiore leggerezza del biscotto, rispetto alla cottura al forno, io mi domando quante casalinghe, massaie, madri di famiglia o semplicemente persone che fanno la spesa e che consumano, penseranno: evviva, posso scofanarmi un intero pacco di biscotti...tanto sono cotti a vapore, senza grassi!
Sarebbe una ricerca sociologica interessante.

venerdì 21 settembre 2012

Doppio venerdì

Dopo qualche settimana di latitanza torno tra le amiche del venerdì del libro con una doppia proposta.
Entrambi gli autori sono dei colleghi, e le loro proposte sono molto diverse, infatti il prof. Perboni si cimenta in un giallo/noir, mentre la prof. Belottiin un chick lit.
Entrambi sono ironici, auto ironici nel caso del prof. Perboni, divertenti e ottimi per passare un weekend.
Aggiungiamo poi che sono entrambi bloggers qui  e qui. Cosa chiedere di più?
Buon we e buone letture!

martedì 18 settembre 2012

Irlanda: giorno 18

14 agosto. Ultimo giorno.
Siamo arrivati alla fine della nostra vacanza, abbiamo l'aereo alle 4.30 del pomeriggio. Di solito, quando si arriva a questo punto di una vacanza, soprattutto se è stata abbastanza lunga come questa, si sente un po' il bisogno di tornare a casa, anche per riposarsi.
Devo dire che questa volta non è così, se potessi rimarrei ancora senza fatica alcuna!!
Ad ogni modo, abbiamo ancora la mattinata da sfruttare, e quindi andiamo a vedere il castello di Malahide.
Il nostro ospite ci racconta che il castello è in fase di ristrutturazione e non è visitabile, e ci racconta anche la storia molto singolare del suo ultimo proprietario, Lord Talbot, che era piuttosto originale. Morto anni fa senza eredi, il castello è stato ereditato dalla comunità, ed ora sta per essere aperto al pubblico (l'apertura era credo il 19 settembre, quindi in questi giorni), castello, giardino botanico e parco... e l'immancabile visitors' centre con negozi di prodotti rigorosamente irlandesi.
Il parco, che è immenso (riusciamo anche a perderci), si può visitare, quindi ci andiamo.
Troviamo un parco giochi dove passiamo un paio d'ore e Calvin si sfoga, ci sono degli scivoli mega

e poi vediamo il castello da fuori
Lasciamo il castello, non senza qualche problema a ritrovare il parcheggio, e poi andiamo alla spiaggia di Malahide

A questo punto è ora di andare all'aeroporto.
L'aeroporto di Dublino è il paradiso dello shopping, non mi sorprenderebbe se la Kinsella avesse la cittadinanza onoraria di tale non luogo. Come sempre quando l'offerta è eccessiva, io non riesco a processarla, quindi non compro niente, a parte un paio di bottiglie d'acqua per il viaggio.
Presto arriva il momento dell'imbarco, quindi slàn a fhàgàil ag Eirinn, arrivederci Irlanda!

lunedì 17 settembre 2012

Irlanda: giorno 17

13 agosto. Dublino.
Si chiude il cerchio. eravamo partiti 17 giorni fa da Dublino, ed ora siamo tornati. Una giornata da passare nella capitale.
Prendiamo l'autobus (al piano alto) e ci troviamo ancora davanti a the spike (l'ago di acciaio).
Charlie Brown vorrebbe andare a vedere lo stadio, ma non quello di calcio, il GAA stadium, quello dove si giocano hurling e calcio gaelico. Lo accontentiamo. Prendiamo un bus per Croke Park. Dopo qualche avventura con il bus (l'autista si dimentica di dirci qual è la fermata), e un bel pezzetto a piedi, ci arriviamo.
Lo stadio è molto più grande di quello di calcio, la celebrazione della "irlanditudine" è qui al suo apice!
Seguiamo la nostra guida (non è possibile il fai da te) attraverso varie tappe, gli spogliatoi, la sala dei giocatori - dove i giocatori e i loro famigliari si possono rilassare dopo la partita -, il campo, le tribune, la sala stampa e i settori distinti.

Dopo la visita torniamo in centro, un veloce pranzo da McDonald e poi un giretto a Marrion Square, famosa per le case georgiane e il parco nel centro.
C'è anche la casa dove Oscar Wilde ha vissuto da bambino e di fronte il suo monumento.
Le case
il parco

le porte


dopo questa bella scarpinata torniamo a Malahide.
Cena al McGovern's Restaurant and Wine Bar.

domenica 16 settembre 2012

Irlanda: giorno 16

12 agosto.  Da Adare (Limerick) a Malahide (Dublino).
Oggi è domenica, ce la prendiamo comoda e avvisiamo Pauline, la nostra ospite, che faremo colazione verso le 9.00. 
Il giorno prima abbiamo lodato gli scones preparati da Pauline, e lei ce li fa trovare anche al mattino sul tavolo della colazione, assieme a pane tostato, burro e marmellate. Con gran soddisfazione imburriamo, marmellatiamo, beviamo il nostro caffè, succo e il latte coi cereali.
Di solito, se si vuole la full Irish breakfast, bisogna dirlo a volte la sera prima, altre al mattino. Noi non l'abbiamo ordinata oggi, quindi siamo convinti che quello che c'è sul tavolo sia tutto.
Invece, quando pensavamo di aver finito, si presenta Pauline con la full Irish breakfast!!!
A questo punto saremmo già strapieni, ma come si fa? Non ce la sentiamo di rifiutare la gentilezza della nostra ospite, e riusciamo solo a farcene portare due invece di quattro.
Pauline comunque dice di fare con calma, non c'è fretta, e tanto per gradire ci porta anche il salmone affumicato!
Naturalmente è tutto buonissimo, si aggiunge anche Pauline al podio delle migliori colazioni!

Dopo penso più di un'ora, riusciamo ad alzarci da tavola, prepariamo i bagagli e partiamo.

A pochi kilometri a sud di Limerick, c'è un lago Lough Gur, dove si trovano numerosi resti preistorici.
Arriviamo al Visitors Centre ma è ancora chiuso, è domenica ed aprono a mezzogiorno, ma intanto aspettiamo di fronte al lago che è molto bello, e poi c'è il sole...il verde dei prati e l'azzurro dell'acqua del lago sono brillantissimi, soprattutto quando c'è il sole

quando apre il centro visitatori ci spiegano come funziona: si fa una breve passeggiata che porta ad alcuni monumenti, the limekiln, un forno
the wishing seat

punto panoramico sul lago

e poi si prende la macchina e si fa un percorso attorno al lago con vari punti di interesse. Il primo sono due forti ad anello: i Carraig Aille Ring Fort, ci si ferma sul ciglio della strada, si seguono i cartelli che indicano un campo (privato). Arriviamo in cima al prato e vediamo i resti dei forti ad anello. Non ci sono documentazioni fotografiche perché appena arrivati sul luogo siamo investiti da un acquazzone potentissimo che ci fa scappare di corsa verso la macchina. Inutile dire che quando ci arriviamo siamo zuppi!
La seconda tappa è una tomba megalitica chiamata "Giant's Grave"
passiamo poi alla New Church, "Teampall Nua"

e infine l'immancabile circolo di pietre, Great Stone Circle, e questo è veramente great


Abbiamo ancora una tappa da fare prima di prendere la strada per Dublino, ed è Tipperary. Giusto perché it's a long way to Tipperary, it's a long way from home...

Dopodiché, siamo in modalità rientro, prendiamo l'autostrada. Andare a Dublino con l'auto non ci attira particolarmente, quindi suggerisco l'alternativa Malahide. Si tratta di un sobborgo di Dublino, a nord, molto vicino all'aeroporto, sul mare. Tra l'altro ho rischiato lo scorso anno di portarci i ragazzi della scuola per un viaggio-studio che poi è saltato per vari motivi. A questo punto non posso farmi sfuggire l'occasione di vedere questo mitico posto.

Arriviamo alle 6 di sera, troviamo alloggio presso l'Heatherview, camera quadrupla a 108 euri a notte (ci fermeremo due notti), internet, no carte di credito.

Il piccolo centro, sono quattro vie ci spiega la nostra landlady, è pieno di vita, ristoranti, locali, students friendly direi. Malahide è famosa per la varietà dei ristoranti, dice la brochure, e in effetti c'è un po' di tutto. Noi optiamo per un ristorante cinese, the Orchid Restaurant, dove mangiamo molto bene. C'è anche un children's menu con piatti semplici, tipo pollo e patatine, e tra l'altro è gratis.


sabato 15 settembre 2012

Irlanda: giorno 15


11 agosto. Da Kilbrittain (Cork) a Adare (Limerick).
Prima tappa della giornata, Kinsale, le vie del centro e la chiesa St Multose



                                    
Poi ci dirigiamo verso nord, a Cork. Vincendo la nostra abituale riluttanza ad andare nelle grandi (ma anche medie) città, andiamo in centro, parcheggiamo in un autosilo e facciamo un giretto. Nel frattempo il tempo diventa piovoso.
A Cork, scopriamo, producono una birra simile alla Guinness (almeno nell'aspetto), la Beamish. La proviamo e la troviamo anche meglio. Solo che la Guinness si trova in tutto il mondo, mentre per bere la Beamish bisogna andare a Cork... neanche in Irlanda, proprio a Cork (e dintorni). Questa cosa ci piace: già per tutto il Paese, vale il detto "I'm Irish and I'm proud", e qui è "I'm Corkonian and I'm proud".

Dopo Cork ci addentriamo verso nord, verso Limerick, ma due città nello stesso giorno sarebbe troppo. Decidiamo di andare ad Adare, località appena a ovest di Limerick.
Troviamo posto all'Elm Tree, 85 euri per due camere doppie, no internet, carte di credito accettate.
Anche qui tè all'arrivo con i migliori scones di tutta l'Irlanda (e probabilmente anche della Scozia).
Cena al Pat Collins Bar ad Adare.

venerdì 14 settembre 2012

Irlanda: giorno 14

10 agosto. Contea Cork.
Abbiamo percorso quasi tutta la costa ovest, penisole comprese, ed ora siamo nella penisola di Beara, ce ne sono altre due, e anche se siamo sicuri varrebbe la pena visitarle, dobbiamo anche fare i conti col calendario e con l'inesorabile data del 14 agosto che ci vuole a Dublino per prendere un aereo.
Ci avviamo, dunque verso la punta della penisola di Beara, ultima propaggine verso l'Oceano.
All'estremità di Beara c'è, come spesso accade, uno stretto e un'isoletta. La particolarità stavolta è che all'isoletta, Dursey Island, ci si arriva con una specie di funivia. In pratica un cassonetto azzurro, dove i locali e le pecore hanno precedenza d'imbarco
La giornata è molto limpida e un po' ventosa.
Durante il tragitto, ci fermiamo a vedere delle spiagge

E dopo Beara, tagliamo verso sud e percorriamo la costa meridionale.
Ci fermiamo a Timoleague a vedere i resti di un'abbazia francescana




Vorremmo arrivare a Kinsale, una località sotto la città di Cork, ma poi cambiamo idea e ci facciamo tentare da Courtmacsherry, un luogo che, dicono sia una "tranquilla stazione di villeggiatura adatta alle famiglie".
Courtmacsherry è senz'altro carina, ma la quantità di gente a cavallo e le barche parcheggiate al porto ci fanno capire si tratti di località esclusiva. In effetti, non troviamo posto nella pensione raccomandata dalla guida, e l'hotel è molto caro. Ripieghiamo sull' Harbour Crest, un B&B con vista su una spiaggia immensa, di fronte a Courtmacsherry e poco lontano da Timoleague.
Nan, la landlady, è molto carina e ci offre un meraviglioso tè all'arrivo.
Camera quadrupla, 90 euri, internet, no carte di credito.
Questa è la vista dal finestrone del salotto


questo è il salotto dove abbiamo preso il tè
A cena avevamo raccolto delle recensioni positive per il Pink Elephant, quindi andiamo a vedere, ma una rapida occhiata al menu esposto sulla lavagna all'ingresso, ci convince a cercare un altro posto, sia per i piatti troppo elaborati che per i prezzi. Mentre stavamo uscendo dal parcheggio, un signore si sbraccia e ci ferma... era del ristorante, e ci dice che quello sulla lavagna non è tutto il menu, ma solo i piatti speciali. Ci invita a tornare dentro per vedere il menu completo.
Accettiamo, ma il menu principale non aggiunge molto agli specials, a questo punto riguadagnamo l'uscita sperando di non essere visti dal solerte cameriere, maitre, proprietario (non si sa)!!
Andiamo quindi a Timoleague, dove ci sono dei pub, ceniamo in uno di questi, il Grainne's Bar. Non è male, anche se Calvin ordina le lasagne e non è una bella scoperta ;-)

giovedì 13 settembre 2012

Irlanda: giorno 13

9 agosto. Da Portmagee (Kerry) a Eyeries (Beara).
Passiamo la mattina a Portmagee per aspettare il bucato, che ci verrà consegnato verso le 11.00.
Intanto riusciamo, grazie alla gentilezza della nostra ospite del Waterfront, a stampare le nostre carte d'imbarco per il viaggio di ritorno.
Ricominciamo in tarda mattinata a percorrere il Ring of Kerry. Anche oggi c'è nebbia, ma meno di ieri, quindi siamo convinti che sarà una bella giornata, e non ci sbagliamo. Infatti questa si rivelerà la giornata più calda della nostra vacanza e anche di tutta l'estate irlandese.
Ci fermiamo allo Staigue Fort, un forte ad anello di almeno 2000 anni, con muri in pietra a secco alti 5 metri, circondati da un fossato, ed in ottimo stato di conservazione
Poco dopo vediamo una stradina che porta ad una spiaggia, White Strand, e ci andiamo. Una meraviglia! Peccato non poter fare il bagno, i costumi li ho portati, ma i teli mare no, e non è consigliabile fare il bagno senza avere la possibilità di asciugarsi.

Molto a malincuore, proseguiamo e ci fermiamo a Sneem. Pranziamo in un parco con delle mince-pie calde (tortine ripiene di carne) e facciamo una vasca in centro. Anche qui non mancano souvenir, maglioni di Aran e tutto l'armamentario per il turista.
Lasciamo quindi il Ring of Kerry e andiamo nella Penisola di Beara, che si trova metà nel Kerry e metà nel Cork.
Nella parte del Kerry, quella più a nord, troviamo lo Uragh Stone Circle, un circolo di pietre preistorico "in una posizione magica". In effetti il paesaggio circostante è notevole. Tuttavia il circolo di pietre, che si raggiunge dopo una scarpinata non tanto lunga, ma sotto il solleone che è uscito diventa faticoso, è un tantino deludente,

Per raggiungere il circolo di pietre bisogna attraversare dei terreni che appartengono a privati, quindi chiedono gentilmente di lasciare 1 euro. Troviamo un vecchietto che vende cartoline, decliniamo gentilmente, e lui ci dice che dobbiamo pagare 1 euro. Incautamente glieli diamo. Il vecchietto ci ringrazia profusamente e si mette gli euri in tasca.
Non appena si sposta verso la sua auto lì parcheggiata notiamo una cassetta di ferro (tipo salvadanaio) su un paletto.. ops!
Ormai è fatta, abbiamo fatto del bene sicuramente al vecchietto, per i proprietari dei terreni sarà per la prossima volta :-)

Verso sera siamo nella parte meridionale della Penisola, ci fermiamo a Eyeries a dormire, al Coulagh Bay House, 80 euri per una camera quadrupla, no internet, carte di credito accettate.
Ceniamo a Eyeries, all'Aunt Mays (unico ristorante del paesino), anche qui non accettano carte di credito.
Nota di costume: al ristorantino hanno vino, ma non birra, però c'è il pub di fronte, quindi ordiniamo la nostra solita Guinness e la cameriera va a prenderla al bar, normale amministrazione!

mercoledì 12 settembre 2012

Irlanda: giorno 12

8 agosto.
Ci svegliamo avvolti dalla nebbia, non mi sorprenderebbe che da qualche parte ci fosse un druida che celebra un rito.
Nonostante il tempo a dir poco bizzoso, ci troviamo talmente bene qui a Portmagee che chiediamo alla nostra ospite se possiamo fermarci un'altra notte. Possiamo!

Eravamo rimasti in sospeso con la mazza da hurling. Naturalmente in valigia non ci sta. Portarla a mano non se ne parla neanche, quindi ci rimane solo un'alternativa: fare un pacco e spedirlo a casa.
Dopo aver girato, nei giorni scorsi alcuni uffici postali, la maggior parte piccoli uffici all'interno di negozi di alimentari che al massimo spediscono lettere o cartoline, riusciamo a recuperare un paio di bustone di carta con plastica all'interno (grazie alla gentilezza di un'impiegata di uno degli uffici postali), compriamo dello scotch, e oggi siamo finalmente pronti per confezionare il nostro pacco.
Dopo colazione prepariamo il tutto e andiamo all'ufficio postale, e per la modica cifra di euri 7.50, spediamo la mazza.

Stamattina a Portmagee ci sarà il mercatino, dalle 11 all'1. E' ancora presto, allora andiamo a prendere la macchina e ci avviamo verso lo Skelling Ring, una strada ad anello (appunto) che passa da Portmagee e percorre la costa, con scogliera a picco, spiagge, punti panoramici.
La sera prima ne abbiamo fatto un pezzetto a piedi prima di cena, oggi arriviamo fino alle scogliere. Per andarci bisogna pagare 4 euri a testa. Non è tanto per la cifra, ma consideriamo che di scogliere simili ne abbiamo viste a mazzi e, last but not least, con la nebbia che c'è rischiamo di andare lì e non vedere niente! Quindi decliniamo e proseguiamo, dovrebbe esserci una fabbrica di cioccolato poco più avanti, la Skellings Chocolate Factory.
Prima della fabbrica di cioccolato, troviamo una spiaggia, la St. Finian's Bay
troviamo un gruppo di bambini che sta facendo un summer camp, hanno fatto dei giochi con la sabbia


ed ora si stanno preparando per andare a fare surf. Scambio due parole con la loro maestra, e lei mi dice che con una giornata simile è un peccato stare in casa. In effetti, non fa freddo, anche se a me verrebbe voglia di stare davanti a un caminetto acceso con una tazza di tè in mano. Ho scoperto che il concetto di bel tempo non è oggettivo, ma negli occhi di chi guarda!
A proposito, non fa freddo è relativo, infatti a fare surf vanno con la muta... speriamo che non se ne perda nessuno nella nebbia!!!
Poco più avanti c'è la fabbrica di cioccolato, entriamo, è tutto a vista e c'è una ragazza che ci fa provare tutti i loro prodotti, i truffles ai vari gusti. Compriamo dei truffles alla nocciola e altri alla vaniglia-ganache ad un prezzo assurdo, e dei chocolate chip ad un prezzo normale. I truffles sono ribattezzati toffolette (c'è qualche lettore dei Peanuts qui), e felici come solo la teobromina può rendere, proseguiamo. Ci dovrebbe essere un'altra spiaggia più avanti.

Non ci possiamo andare perchè la strada è interrotta, pare ci sia un camion rovesciato che occupa la carreggiata, già stretta di suo.
Si torna a Portmagee per fare un giro al mercatino.

C'è un po' di tutto, da chi vende frutta e verdura (e noi compriamo le fragole), a chi artigianato, diaciamo così, di classe (foto artistiche, maglioni di Aran, creazioni col legno e con il feltro), a chi cose usate. Tra le cose usate trovo un libro di Colin Dexter a 3 euri e una bellissima borsa rossa a forma di gatto, perfetta, nel senso che non ha un segno o un graffio a 5 euri. E' una bellissima idea regalo che so già a chi fare.
Nella sala del mercatino, vedo che si affaccia una lavanderia. A questo punto del viaggio comincio ad avere una discreta quantità di panni da lavare, già a Kinvarra la gentile padrona del Mountain View mi aveva fatto una lavatrice, ed ora vado a chiedere se posso fare il bucato.
In Irlanda non esistono le lavanderie a gettoni o fai da te, di solito devi lasciare i tuoi vestiti e te li rendono il giorno dopo, anche qui è così, ma a noi va bene perchè tanto abbiamo deciso di fermarci a Portmagee.

Nel pomeriggio il tempo migliora, la nebbia si alza. Andiamo a Ballinskelling, spiaggia che volevamo vedere la mattina. La strada è ancora interrotta a St. Finian's Bay, ma c'è un omino vicino alla transenna che ci spiega la strada alternativa per Ballinskelling. In effetti la spiaggia non è niente male. Ci sono anche delle rovine di un'abbazia, costruita dai monaci di Skelling Michael nel XII secolo, che dall'isola si sono trasferiti qui. Per arrivarci bisogna mettere i piedi in acqua, e allora via scarpe e calze. Andiamo alle rovine e poi camminiamo un po' sulla battigia, la spiaggia è lunghissima

verso sera rientriamo a Portmagee con un sacco di conghiglie e sabbia nei piedi.
La sera si cena al Bridge Bar, le chele di granchio sono buonissime, e poi giro al porto, cioè attraversiamo la strada...
Un gruppo di bambini, chiaramente locali, fanno il bagno. Si tuffano dal molo e dalle barche attraccate, alcuni con la muta, altri solo col costume, spettacolo!

martedì 11 settembre 2012

Corsi e concorsi

Apprendo dal sito dell'Ambito Territoriale della mia provincia, che l'Università di Bergamo organizza dei corsi per prepararsi ai concorsi che dovrebbero essere riservati a  coloro che possiedono già l'abilitazione all'insegnamento, e che sono quindi nelle graduatorie permanenti o nelle graduatorie del concorso ordinario.
Tale concorso dovrebbe fare scadere il famoso concorsone tenutosi ormai 12 anni fa, ma creare comunque un altro doppio canale.
La prima domanda è: cosa cambia?
Ci sarebbero sempre ancora le due graduatorie da cui attingere, con le stesse persone tra l'altro.
Intanto nel gioco delle tre carte (sempre quelle) si capisce subito chi ne trarrebbe immediato giovamento, dato che il corso per prepararsi al concorso costa ben 500 euri. E che questo nuovo concorso dura tre anni, quindi fra tre anni si farà un altro corso per prepararsi al concorso, tenuto magari da un'altra università, perché così mangiano un po' tutti.
Questi 500 euri sono da sommare a:
Mancato guadagno degli scatti di anzianità, che i precari, si sa, rimangono sempre giovani appena assunti,
Mancato stipendio per due mesi all'anno,
Corsi for.com facoltativi ma di fatto obbligatori se si vuole mantenere la posizione in graduatoria,
Costo del concorso, che mica te lo fanno fare gratis.
A questo punto se facessero pagare una tangente di, diciamo 10.000 euri, per ottenere un posto fisso da insegnante, come si soleva (?) fare per un posto fisso alle poste, sarebbe più onesto, pulito e trasparente. Almeno si avrebbe la sicurezza che dopo aver speso questi soldi il posto ce l'hai, perché per ora non è così

Irlanda: giorno 11

7 agosto. Da Dingle a Portmagee.
La colazione alla Duinìn House è sul podio. Ci sono le fragole, apro una parentesi, in Irlanda si vendono fragole irlandesi, e questo viene specificato da tanto di cartellino che si trova dentro ogni confezione
 

e tra l'altro, non è solo questione di supportare l'Irlanda, le fragole irlandesi sono veramente buone, molto meglio delle fragole spagnole che invadono il nostro mercato italiano, che sono solo grosse ma non sanno di niente. Chiudo la parentesi.
Dicevo che la colazione è superba. Io prendo ancora il porridge, che qui servono con il Baileys o con la panna. Non posso credere che sia la crema whiskey, quindi chiedo cos'è... è proprio quella!!!!
Non ho il coraggio di provarla alle 8 del mattino, ma secondo me è buonissima. Mi accontento di un ottimo porridge con la panna.
E qui devo aprire un'altra parentesi, è già da un po' di giorni che si è aperta una discussione con MB, che sostiene che con queste colazioni non ha senso bere caffè o succo d'arancia, ci vorrebbe una pinta di Guinness, che tanto la gradazione della birra è ridicola, sono 4°. Io non mi metto a discutere con un esperto, ammicco e spero che non trovi mai il coraggio di chiederla.

Prima di lasciare Dingle andiamo al supermercato, c'è un Lidl proprio next door, e facciamo benzina.
Ieri pomeriggio ci eravamo gasati a vedere tutte quelle belle spiagge, ma oggi siamo avvolti dalla nebbia! Percorriamo la Dingle Peninsula e andiamo nella penisola più a sud, il famoso Ring of Kerry.
Vedo sulla cartina, e leggo sulla guida, si questa Valentia Island, un'isola collegata alla terra ferma da un ponte. Pare sia un'isola piccola e isolata, ma "famosa per vari motivi: da qui partì la prima linea telegrafica transatlantica nel 1866 e nel 1922 si ritrovarono le più antiche orme fossili di tutto l'emisfero settentrionale." Caspita! E poi "quasi tutte le strutture sono a Knighstown, sulla punta nord-est, con una vista mozzafiato sui monti Iveragh."
E allora via, si va a Knighstown. Dal ponte sono circa 19 kilometri. In effetti il posto è molto carino, ma dopo un giro in tutte le strutture ricettive, compreso un bellissimo hotel, il Royal, definito come "un tempo grandioso albergo vittoriano", ma con prezzi abbordabili, ci rendiamo conto che è tutto pieno. Troviamo solo un B&B, che non è neanche sul mare, ad un prezzo che giudichiamo esoso, e un ostello fatiscente... troppo fatiscente anche per i nostri gusti spartani, vicino al famoso ponte.
A quel punto riattraversiamo il ponte e ci troviamo a Portmagee, dove troviamo con fatica una stanza in un B&B, il Waterfront, con tre posti letto. Calvin dorme su un materasso per terra (felice). 80 euro a notte, internet, carte di credito.
Portmagee è un paesino di pescatori, piccolissimo, ma che ci conquista subito. Prima di cena andiamo in centro, cioè a 50 metri dal Waterfront, c'è una via con un post-office-negozietto, tre o quattro tra pub, ristoranti, hotel da un lato, e dall'altro lato il porto.
E' sera, quindi i pescherecci sono già rientrati o stanno rientrando. Vediamo dei pescatori su un gommone che filettano il pescato e buttano la testa con lisca in mare... arriva immediatamente uno stormo di gabbiani che, come nel film "Alla ricerca di Nemo", si pappano tutto. Mi è sembrato anche di sentirli dire "Mio! Mio! Mio!"... ah, no quello era Charlie Brown che li doppiava!
Da Portmagee partono anche le barche per Skelling Michael, che apprendiamo essere un isolotto dove si trovano le rovine di un monastero del VII o VIII secolo, in cima ad un sentiero di scalini. Sull'isola non c'è negozio di souvenir, caffè, ristorante...non c'è neanche un bagno. Per andarci bisogna telefonare ai proprietari delle barche e mettersi d'accordo con loro. si parte alle 10 del mattino (tempo permettendo) e si torna alle 4 circa. Bisogna andare attrezzati e non lasciare rifiuti in giro. E' anche riserva naturale di pulcinelle di mare e berte minori, e si possono vedere delfini e balene durante il tragitto in barca.
Il prezzo, 80 euro circa, e l'incertezza del tempo ci fa rinunciare, ma molto a malincuore, soprattutto mio.
A cena andiamo al Bridge Bar, che è un pub proprio di fianco a Moorings, il ristorante chic di Portmagee.
Il pub è impacchettato, troviamo un tavolino minuscolo e ci accomodiamo. Ci rendiamo conto che il Moorings, non è solo next door, c'è anche una porta comunicante con la sala del ristorante (abbiamo già visto sistemazioni simili a Kilkee), i camerieri sono gli stessi, e la cucina è la stessa! I prezzi sono diversi! Questo fatto ci mette di buon umore, e in effetti mangiamo benissimo.

lunedì 10 settembre 2012

Irlanda: giorno 10

6 agosto. Da Kilkee a Dingle.
Ci troviamo ora nel Clare, e dobbiamo andare nel Kerry. Tra le due penisole c'è il fiume Shannon, che ci costringerebbe ad andare a est fino a Limerick per poi ritornare a ovest fino al Kerry... esattamente sotto a Kilkee e al Loop Head!
Per fortuna mi rendo conto che c'è la possibilità di traghettare a Killimer (take the ferry to the Kerry), quindi dopo colazione facciamo i pochi kilometri che ci separano da Killimer e ci imbarchiamo.
La traversata dura mezz'oretta, paghiamo 18 euro in tutto. Una signora locale, con la quale mi metto a chiacchierare perchè ha un cane e Calvin ha il desiderio irrefrenabile di accarezzarlo, ci dice che potrebbero arrivare i delfini, ma l'unico animale che vediamo nella traversata è il cane, appunto, che scopriamo essere una femmina e avere lo stesso nome della nostra. E non è che abbiano un nome tipico da cane chessò io Fufi o Fido (il corrispettivo inglese potrebbe essere Whiskey o Spot). Ecco cana e propietaria

Questo è il fiume Shannon

Arriviamo a Tarbet, e siamo nel Kerry.
Scendiamo fino a Tralee. Neanche a dirlo, il tempo fa le bizze, così facciamo un giro in città e per la prima - e unica - volta da che siamo in Irlanda, andiamo a fare shopping. Il fatto è che entriamo in un grande negozio di sport e vestiti. Calvin e Charlie Brown hanno il chiodo fisso della mazza da hurling, e io mi dirigo verso il reparto back to school, perché se è come nel Regno Unito, ci sono degli affari da fare. Vestiti, e soprattutto intimo per i bambini a prezzi veramente buoni e di ottima qualità. In Inghilterra i vestiti e tutto l'armamentario per bambini non sono considerati un bene di lusso, ma un bene primario, quindi costano meno perché ci sono meno tasse...non so, se qualcuno vuol prendere appunti...
Quando riemergiamo dal negozio abbiamo acquistato: mazza da hurling con pallina, MB si è preso un paio di scarpe da trekking a 20 euro, maglietta dell'Irlanda a 5 euro, maglietta del Kerry con mazze da hurling per Charlie Brown, un paio di pacchi di mutande (totale 10 paia). 
Aggiungiamo al nostro bottino anche una puntatina ad un negozio di dolciumi, risultante in due lecca lecca a bastoncino e una scatola di latta con Irish Whiskey Fudge per noi (fudge deludenti ma la scatola è proprio carina).
Decidiamo poi di andare nella penisola di Dingle, e lo facciamo prendendo una strada di montagna con un passo, l'O'Connor Pass. Qui saliamo a 500 metri, dove dovrebbe esserci una vista mozzafiato sugli altipiani, i laghi glaciali e la baia di Brandon. Vabbè, noi vediamo anche un po' di nebbia
Arriviamo a Dingle verso le 4 del pomeriggio, abbiamo intenzione di proseguire fino alla fine della Dingle Peninsula, ma dovendo fare un loop, e poi tornare a Dingle, decidiamo di trovare subito un B&B e lasciare i bagagli.
Troviamo al Duinin House, 100 euro per due stanze (entrambe con bagno), internet, no carte di credito.
Pat, il landlord, e la moglie Anne ci offrono il tè, e a giudicare dalla colazione del giorno dopo, forse avremmo fatto meglio ad accettare, ma la giornata si stava mettendo al bello e noi avevamo visto poco o niente fino ad allora, quindi decliniamo e andiamo verso Slea Head, la fine della penisola.
Ci fermiamo prima a vedere uno dei soliti forti ad anello, sempre belli... questa volta è il Dunbeg Fort: "in posizione spettacolare, in parte caduto nelle acque dell'Atlantico e ancora oggi sembra in bilico sul promontorio, ai piedi del Mount Eagle e con il mare che di frange contro le rocce scure."


Vediamo delle spiagge bellissime, con il sole, che fanno venire voglia di andarci, e poi saliamo su una collina, che sicuramente qui è considerata una montagna...



Torniamo poi a Dingle e andiamo a cena in centro, al porto, dove ci sono una marea di locali. Sono tutti strapieni, alla fine ci fermiamo in un pub dove c'è da aspettare mezz'ora. L'andazzo è quello, quindi ci prendiamo una Guinness e aspettiamo. E' il Marina Inn, ed è l'unico posto dove abbiamo mangiato che sconsiglio vivamente. Abbiamo pagato tanto quanto le altre sere, 62 euro, ma abbiamo mangiato veramente male. I piatti erano più o meno i soliti (non c'è molta varietà in Irlanda), ma la qualità pessima. Persino l'insalata sembrava mezza marcia. Mi dispiace per il Marina Inn, ma, pollice verso.
Al B&B ci siamo consolati con un caffè e dei biscotti.

domenica 9 settembre 2012

Irlanda: giorno 9

5 agosto. Da Kinvarra a Kilkee.
Dopo tre notti, lasciamo Kinvarra e Keogh's e riprendiamo la nostra vita da nomadi.
Facciamo per l'ennesima volta la strada costiera che da Kinvarra porta alle Cliffs of Moher, ma stavolta andiamo oltre.
La nostra meta oggi è uno dei tanti promontori che finiscono a punta sull'oceano, ma questo è uno dei pochi che abbiamo programmato di visitare ancora quando eravamo in Italia. Si tratta di Loop Head, contea Clare.
Arriviamo nel primo pomeriggio a Kilkee, una vivace località con mercato, una bella spiaggia, molta gente in vacanza e soprattutto un bel sole. Ci fermiamo qui a fare due passi e poi prendiamo la strada che ci porta al Loop Head.
In fondo alla stretta penisola c'è un faro, e tutt'intorno delle scogliere che non hanno niente da invidiare alle più rinomate Cliffs of Moher. Solo che qui non c'è centro visitatori, non c'è biglietto d'ingresso, non ci sono negozi di souvenir e tutto ciò che comportano.
C'è il faro, che comunque non è visitabile, ci sono le scogliere a picco sul mare, e nient'altro. Voto: 10.



Ripercorriamo in senso inverso la strada, anzi, ne facciamo addirittura un'altra così vediamo l'altro lato della penisola, e torniamo verso Kilkee.
Ci fermiamo in un B&B, il Kinkora, antico quanto la sua proprietaria, 80 euro per due camere (una doppia e una singola con brandina aggiunta per Calvin e Charlie Brown), no internet, no carte di credito. Ci dobbiamo accontentare perchè pare che tutta l'Irlanda sia in vacanza... buona parte a Kilkee!
Comunque il Kilkora è in centro, e la landlady è molto carina, scopriamo subito che ha sei figli e tredici nipoti, con il quattordicesimo in arrivo il giorno di Natale. Considera Calvin "lovely" e mi chiede se glielo lascio :-)
Andiamo a cena in un ristorante con una cameriera francese. Non è la prima volta che troviamo francesi in Irlanda, non solo vacanzieri, ma che vivono lì. MB chiede cosa ci fanno tutti questi francesi in Irlanda, lei risponde "It's not the weather anyway!". Grande!
Mangiamo bene, io prendo ancora le cozze, stavolta non come antipasto ma come piatto principale. Buonissime!
Calvin, come al solito, deve andare in bagno, e la cameriera ci indica dov'è. Allora, dopo aver attraversato almeno quattro numeri civici e tre pub in linea retta, arriviamo ai servizi che "servono" tutti questi locali che sono uno dietro l'altro. Molto Bizzarro.
Dopo cena andiamo in un pub a berci una Guinness e intanto guardiamo l'incontro di box di Nevin, l'Irlandese che vincerà successivamente la medaglia d'argento. Partecipiamo al tifo e alla gioia della vittoria ai quarti, e poi andiamo al B&B!

sabato 8 settembre 2012

Irlanda: giorno 8

4 agosto. Inisheer (Isole Aran)
Sveglia presto. Dobbiamo essere a Doolin alle 9.45 per imbarcarci. Abbiamo scelto l'isola minore perché pensiamo sia più facile girarla a piedi. E' possibile noleggiare la bicicletta, ma non ci sembra una grande idea tenendo conto delle piogge frequenti. In più Inisheer è la meno affollata e la meno turistica (parole magiche).
Sbarchiamo al "porto", che è semplicemente un molo,

e siamo di fianco ad una bella spiaggia, che andiamo subito a vedere



Ci incamminiamo verso l'interno. si vedono i resti di un castello, ma non riusciamo a capire come fare ad arrivarci. Qui tutto il territorio è diviso in piccoli appezzamenti cintati da muri a secco. Solo più tardi scopriremo che si può entrare liberamente, basta chiudersi il cancello alle spalle. Ma per ora passiamo oltre. Si vede in lontananza un faro



Raggiungiamo la parte opposta dell'isoletta e troviamo degli scogli liberi grazie alla bassa marea. Ci accomodiamo e rimaniamo lì un po' a mangiare i nostri panini e a guardare i gabbiani che, come noi, approfittano della bassa marea per mangiare le alghe



Ci fermiano almeno un'ora e non incontriamo nessuno! Ritorniamo dall'altra parte dell'isola e stavolta andiamo al castello, O'Brien's Castle



Entriamo poi in un cimitero con all'interno i resti di una chiesetta senza tetto, Teampall Chaomhàin.



La chiesa è semisepolta dalla sabbia. E' di epoca medievale ma ci sono delle parti che risalgono all'oratorio originale del X secolo. Pare che ogni anno, il 14 giugno, la sabbia venga spazzata via dalla chiesa. Ecco perché noi l'abbiamo vista praticamente pulita.

Ci avviamo lentamente verso il porto, abbiamo ancora più di un'ora di tempo da passare sull'isola. Un cielo minaccioso ci fa decidere di andare in un pub, e non facciamo in tempo ad arrivarci che siamo completamente lavati.
Dentro all'affollatissimo ma vivacissimo pub, mentre beviamo la nostra Guinness, un gruppo di locali suona e canta canzoni tipiche, ci dispiace dovercene andare, ma la barca ci aspetta.

Rientro a Kinvarra e cena da Keogh's. As usual.