venerdì 13 aprile 2012

Sulle punte

Questa settimana ho letto un libro autobiografico, si tratta di "Sulle punte. Un'infanzia luminosa e difficile nella Praga degli anni '70", scritto da Dominika Dery, che - apprendo dal trafiletto - è nata a Praga nel 1975 ed è stata nel corpo di ballo del Teatro Nazionale di 
Praga.



 Sulle punte

Il racconto di Dominika comincia ancora prima della sua nascita, quando appare in sogno a sua madre. Poi la rocambolesca nascita e la felicità dei genitori.
Il titolo del libro trae un po' in inganno, infatti non è, come ci si aspetterebbe, il racconto di come Dominika abbia cominciato a ballare e sia diventata una brava ballerina, o meglio, la danza è quasi un sottofondo, una delle tante cose che la bambina fa, ma alla quale non viene dato un risalto particolare. 
Protagonista del racconto è invece la vita non facile in un paese comunista quando provenivi da una famiglia di dissidenti.
Dominika è una bambina che intenerisce e per la quale è difficile non provare un sentimento di simpatia. 
Spicca anche la figura del padre come inguaribile ottimista nonostante le mille difficoltà e le mille ingiustizie che deve subire, perché "quando le cose vanno male, possono solo migliorare".
Memorabile anche l'espressione della madre che dice "un ottimista è un pessimista che non ha le informazioni giuste".
E alla fine, la riflessione di Dominika sulla sua infanzia: nonostante tutto è stato il periodo più felice della sua vita, perché aveva tutto quello di cui aveva bisogno: affetto e tanto amore dentro il cuore. Mi è piaciuta questa conclusione, perché sostiene che i bambini per crescere felici non hanno bisogno delle cose, dei soldi, ma della presenza e dell'affetto dei genitori. Sembra scontato, ma lo sarà davvero?
E naturalmente, con questo post partecipo al venerdì del libro della homemademamma.

mercoledì 11 aprile 2012

Ma quanti compiti!

Dopo aver visto una trasmissione ieri alla tv, con la partecipazione della bionda, che prendeva spunto dalle notizie di "sollevamenti popolari" e "scioperi dei compiti" in Francia, e tentava di portare il dibattito a livello nostrano, provo a dire la mia sul tema compiti sì-compiti no.
Prima però una piccola divagazione per un commento sulla citata trasmissione televisiva... ma perché tutte le volte che noi italiani ci mettiamo a discutere di qualsiasi tema sia stato affrontato da altri Paesi stranieri suoniamo così provinciali?
E' solo una mia idea? 
Sono forse troppo vittima del complesso di Cenerentola di fronte alla cultura di altri Paesi che risultano invariabilmente ai miei occhi meno faziosi, pretenziosi o in mala fede? 
O forse è solo perché del Paese straniero di turno non conosco le particolarità e non ne "sgamo" le sottigliezze come invece riesco a fare con le situazioni nostrane?
Partiamo dai conduttori: chiaramente schierati.
Il pubblico: studenti di una scuola privata... e non viene specificato. Lo spettatore però se ne accorge, non fosse altro per il nome della scuola (che sinceramente non ricordo, ma era un Santo) che si lascia sfuggire una studentessa ospite.
L'ospite di lusso: docente universitario, che probabilmente non ha mai dovuto entrare in una classe di scuola primaria o secondaria, con idee progressiste e che mette in discussione l'intero sistema scuola, cosa sempre buona e giusta, ma in modo talmente sterile e populista, con la solita formuletta che la scuola dovrebbe essere questo e quello, di tutto e di più, e gli insegnanti dovrebbero essere così e cosà, e all'estero sì che funzionano le cose perché all'estero i ragazzi fanno tutto a scuola, compresi i compiti...
Infine, la prof (la bionda prof) e una mamma dell'associazione genitori (age): le uniche due persone ad avere detto qualcosa di sensato.
Le telefonate da casa: mamme e nonne che riferiscono di ragazzini delle elementari e medie che passano ore e ore a fare i compiti al pomeriggio: ma dove vanno a scuola questi? ad Auschwitz?


Anche io sono mamma, ho un figlio alla primaria e uno alla secondaria di primo grado, hanno sempre compiti, ma quelli della primaria gli portano via non più di 15 minuti al giorno, mentre l'altro passa il sabato mattina a fare i compiti, e in genere riesce a farli per tutta la settimana, così gli restano le cose dell'ultimo minuto per gli altri giorni. E' capitato che sia rimasto indietro e che si sia trovato dopo cena con le espressioni che non venivano o un testo dove non sapeva cosa scrivere, ma raramente, e sempre a causa di mancanza di organizzazione.


Infine, vorrei fare un paio di precisazioni sui commenti su scuola e prof tutti da buttare: è difficile fare una scuola di qualità, con insegnanti preparati e motivati, quando gli unici interventi sulla scuola degli ultimi decenni sono andati tutti nella direzione tagli! Tagli di classi, di scuole, di finanziamenti, di materiale, di personale e di stipendi. Nessuno ha sollevato questo problema.
Di conseguenza, come è possibile paragonare le possibilità di rendere la scuola attraente e divertente e stimolante, con le lavagne di ardesia e il gessetto (da noi) e lavagne multimediali o addirittura pc con collegamento ad internet a disposizione in tutte le aule per tutti gli studenti... addirittura uno per ogni studente (in Inghilterra per esempio)?
Da me siamo già (o, dovrei dire, ancora) alla fase "non si possono più fare fotocopie sono finiti i fogli".


Alla fine di compiti non ne ho parlato, e forse non a caso. Sarà perché in fondo la questione in realtà non è una questione?

giovedì 5 aprile 2012

Primo giorno di vacanze pasquali: libri e cucina

Non se ne poteva più. Ma ci sono arrivata!!!
Oggi, primo giorno di vacanze pasquali (mai piaciuta tanto la Santa Pasqua come quest'anno) dedicato a fare esattamente  quello che mi va.
Cominciamo con una sveglia non tardi, ma giusto un'oretta più del tardi del solito. Poi colazione con colomba aperta per l'occasione e, ancora in pigiama, libro e copertina sul divano. Sto finendo di leggere un libro suggerito da un'amica del venerdì del libro...una a caso.
Verso le dieci e mezza capatina al negozio per procacciarsi almeno pane e latte, poi ancora lettura, pranzo per me, Calvin e Charlie Brown e poi la ricettina sfiziosa.


CESTINI DI MELE
Ho visto questo suggerimento su faccialibro ed io l'ho fatto mio con alcune variazioni che vi vado ad illustrare:

La ricetta originale suggerisce di usare:
6 mele granny smith
zucchero bianco (1/4 di tazza)
zucchero di canna (un cucchiaio)
cannella
pie crust (che altro non è che la pasta brisé)




Io preferisco non usare le granny smith, perchè non mi sembrano adatte, e nel dubbio ne uso 4 diverse
vediamo poi quale andrà meglio.
Tolgo la parte superiore e scavo le mele con un cucchiaio.


Sbuccio e taglio a fettine sottili le altre due mele e le mischio con zucchero e cannella. La mia variante è che invece di usare due mele nuove cerco di utilizzare quelle che ho scavato via, tolti i torsoli, e integro con un'altra. E poi invece dello zucchero bianco uso solo zucchero di canna e miele con cannella:


Riempio le mele intere con le mele tagliate...
 faccio delle striscioline con la pie crust e le metto sopra modello cestino, la parte decisamente più difficile del lavoro, che a me viene così
ehm, la foto su faccialibro era un po' meglio.
Metto un po' d'acqua sul fondo della terrina e metto in forno per 20 minuti coperte con alluminio e altri 20 minuti senza alluminio. Ecco il risultato
dopo merenda vi farò sapere le recensioni.